STATUTO DEI MINISTRANTI FSMI
“Ditemi figliuoli mie, per quale motivo,
che il Signore vi abbia posti al mondo?
...il Signore ci ha posti al mondo
per questo fine:
di conoscerlo, amarlo, servirlo
e poi andarlo a godere in Paradiso”.
(Giuseppe Frassinnetti,“Esercizi Spirituali a Giovanetti D’Ambo Sessi, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma, 1912, p. 20)
INTRODUZIONE
Il venerabile Giuseppe Frassinetti ha sempre dedicato una cura speciale per i ragazzi, gli adolescenti ed i giovani. Egli ha sempre sottolineato nelle sue tante opere l’importanza di accompagnarli a scoprire e vivere la vocazione cristiana, cioè la chiamata di ogni cristiano alla santità.
Nell’attuale crisi della fede e crisi vocazionale, la Chiesa invita i Figli di Santa Maria Immacolata a continuare ed attualizzare l’impegno del proprio fondatore.
Uno dei tanti campi in cui si possa lavorare e mettere in atto il carisma della congregazione è la cura dei ministranti nelle parrocchie affidate ai Figli di Santa Maria Immacolata. Il gruppo ministranti è stato sempre considerato come una scuola di santità dove nascono laici impegnati nella chiesa e vocazioni come sacerdoti e consacrati.
L’obiettivo di questa proposta pastorale è di formare ed educare ministranti alla scuola di Maria, attraverso l’insegnamento del Ven. Giuseppe Frassinetti. È una proposta formativa e vocazionale: un impegno di accompagnare i ministranti a discernere progressivamente la propria chiamata e anche a preparare futuri collaboratori dei Figli di Santa Maria Immacolata.
I. I Ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata
“I ministranti ...
svolgono un vero ministero liturgico.
Essi perciò esercitano il proprio ufficio
con la sincera pietà e l’ordine
che vengono ad un così grande ministero
e che il popolo di Dio esige giustamente da essi.
Bisogna dunque che siano permeati
con cura dello spirito liturgico,
siano formati a svolgere la propria parte
secondo le norme stabilite e con ordine”.
(Costituzione liturgica “Sacrosanctum Concilium”, n. 29)
A. CHI SONO I MINISTRANTI?
La parola “ministrante” rende meglio di “chierichetto” l’ufficio proprio del ministrante, cioè un servizio al Signore ed alla stessa comunità che, nella liturgia, loda, adora, ringrazia, supplica.
I ministranti svolgono un vero e proprio ministero liturgico (= un servizio d’amore) così come i lettori, gli accoliti, i cantori… ma è un compito tutto speciale e originale perché ciascuno nella Chiesa e nella vita è chiamato a qualche cosa di bello.
I ministranti sono bambini/e, adolescenti e giovani che normalmente si vedono servire accanto al sacerdote durante le celebrazioni liturgiche. Essi sono come gli altri ragazzi della loro età ma con una cosa molto speciale, sono ragazzi che fin da bambini hanno sentito nel loro cuore il grande desiderio di stare più vicino a Gesù.
I ministranti sono coloro che hanno sentito la presenza e l’amore di Dio, e che nella vita di ogni giorno e con tutti cercano di vivere quello stile di amore che Gesù ci ha insegnato. Vogliono condividere con tutti che è bello servire il Signore!
I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata vogliono seguire Gesù sull’esempio di Maria. È si impegnano a testimoniare la gioia di essere chiamati a questo ministero con l’aiuto dell’insegnamento del Ven. Giuseppe Frassinetti.
B. CHI PUÒ ESSERE MINISTRANTE?
La parola ministrante significa “COLUI CHE SERVE”. Questo termine, meglio di CHIERICHETTO, esprime l’ufficio del ministrante che è lo svolgimento di un servizio, come quello di Gesù verso tutti i suoi fratelli. Il ruolo deve essere quindi qualcosa di più e di diverso da quello ornamentale. È un servizio al Signore ed alla comunità. “Servire” significa invece aiutare, sorreggere, favorire, sostenere, agevolare, prendersi cura…insomma: AMARE!
Non basta essere un buon ragazzo o una buona ragazza per diventare subito ministrante. Occorre innanzitutto un desiderio di servire il Signore e l’intera comunità. Non si può fare il ministrante per mettersi in mostra, per fare bella figura. Al sincero desiderio del cuore si devono aggiungere altre buone qualità; la preghiera, la serietà, il senso del servizio, la puntualità, l’ordine. Al di sopra di tutto è necessario un GRANDE AMORE PER GESU’.
Certamente all’inizio un ministrante non ha tutte queste buone capacità, ma deve dimostrare pian piano un miglioramento della sua condotta, in modo da distinguersi degli altri ragazzi, perché ama Gesù, prega, è serio, puntuale, ordinato, presta il suo servizio con grande generosità.
L’invito è aperto per tutti, per ogni bambino o bambina, adolescente o giovane che abbia compreso che la Chiesa è espressione di quella sinfonia d’amore che è Dio stesso.
C. QUANDO SI DIVENTA MINISTRANTE?
Iscrizioni:
Le iscrizioni al Gruppo Ministranti (GM) cominciano nel mese di Ottobre e sono aperte ai maschi e alle femmine che abbiano 9 anni.
Modalità dell’iscrizione:
Ognuno degli aspiranti ha una scheda (anche se dopo non diventa Ministrante) con nome, cognome, nome dei genitori, luogo e data di nascita, residenza, telefono, cellulare, e-mail (questa scheda poi verrà arricchita di altre notizie come i vari incarichi-annotazioni…).
Riunione con i genitori:
Il responsabile e gli animatori GM parrocchiale dopo un tempo determinato dell’iscrizione dei aspiranti organizza una riunione con i loro genitori. L’incontro con i genitori siano preparati con cura, anche nei dettagli della stanza. Si faccia presente ai genitori che questo non vuole essere assolutamente un piccolo seminario o convento, né che, per il fatto che li abbiamo convocati, siano già stati scelti per fare i ministranti, perché alla fine ci sarà una scelta in base all’impegno manifestato durante l’istruzione. Si faccia presente come i figli verranno istruiti, quali impegni avranno (ordinari:turni delle messe domenicali, straordinari: veglie Natale, Pasqua, Pentecoste; processioni; festa patronale) e quali sono gli impegni dei genitori (2 o 3 riunioni annuali, contributo per la eventuale spese del gruppo).
D. AMMISSIONI AL Gruppo Ministranti
1. L’Aspirantato
Il periodo di prove si apre con l’ASPIRANTATO, ossia la celebrazione in cui vengono consegnati il libro e la croce del chierichetto e da inizio all’anno di istruzione scandito da incontri settimanali di formazione nella quale si provvederà all’istruzione sugli arredi sacri, le cerimonie e la storia della propria diocesi e congregazione, nonché le attività proposte dal GM (catechesi, attività “lavorative”, apostolato, giochi ed istruzione).
Il libro sarà lo strumento di formazione e di studio per il nuovo entrato e la croce dovrà essere indossata ogni volta l’aspirante partecipi alla S. Messa. Dopo il periodo di prova e di istruzione si fa un piccolo esame circa le cose insegnate, ma il giudizio determinante è dato: l’impegno e l’assiduità alle riunioni, alle Messe domenicali, comportamento con i compagni. I ragazzi che passeranno l’esamino e che dimostreranno ottime intenzioni potranno far richiesta di poter entrare a far parte del gruppo ministranti a tutti gli effetti ricevendo la VESTIZIONE .
2. La Vestizione
Il parroco ammette i ragazzi al ministero dei MINISTRANTI dopo un periodo di preparazione e di formazione umana, spirituale e liturgica. I ministranti sono presentati all’intera comunità riunita e ricevono l’abito liturgico con la benedizione rituale in un clima di festa per tutta la comunità.
3. La Promessa
Tappa importante del GM è la PROMESSA. Con l’atto della promessa si promette a Gesù di essere un ministrante maturo così da poter aiutare il gruppo e tutta la comunità. Solo chi è in possesso della promessa può partecipare al Consiglio, ad eccezioni dei genitori. La promessa viene consegnata dai responsabili del GM durante i campi ministranti , e consiste nella consegna del fazzoletto di colore giallo e bianco, ossia i colori della Chiesa. La potranno ricevere solo coloro che avranno dimostrato maturità e voglia di Servire ancora Gesù. Il fazzolettone va indossato obbligatoriamente durante i campi e duranti i ritiri.
E. LE DOTI DEI MINISTRANTI
1. Coraggio
Prima di tutto tu sei un testimone del Signore, uno che dice, senza paura, il bene che vuole a Dio e dichiara la fede che ha in lui suo modo di fare e con l’impegno assunto. Magari qualche tuo\a amico\a ti deriderà per il compitocce svolgi, oppure dovrai rinunciare a qualche divertimento per metterti a disposizione di Dio e della GRANDE FAMIGLIA che è la CHIESA. Per fare questo ci vuole indubbiamente coraggio. Ma “il Signore ama chi dona con gioia”.
2. Costanza
A te il Signore chiede tanta importanza: vuole che tu porti avanti nel tempo l’impegno che ti sei preso senza limitarti a dare una mano solamente quando ne hai voglia. Sei un\a maturo\a comprenderai certamente che la costanza è propria delle persone responsabili che garantiscono, in fondo, l’adempimento degli impegni presi. Se sarai costante non creerai disagio a nessuno: né alla GRANDE FAMIGLIA, né al Signore, perché dietro di te non lascerai mai vuoto da riempire.
3. Disponibilità
Se sei un\a ragazzo deciso\a e maturo\a allora sarai certamente disponibile. Alcune volte può capitare che il tuo Sacerdote abbia bisogno di un aiuto speciale; oppure che un tuo amico\a ministrante, per un impegno o per malattia, non possa svolgere il suo servizio: bene, il Signore ti chiede di prendere il suo posto e di non tirarti indietro. Il vero segreto della disponibilità sta in queste due regole: volere davvero bene al Signore; e cercare di diventare sempre più suo amico, sfruttando ogni occasione per stare con lui.
4. Precisione
Questa dote non è affatto banale. Se vuoi aiutare tutti i membri della GRANDE FAMIGLIA ad incontrarsi con Dio, dovrai svolgere con precisione il tuo compito per non creare confusione e distrazioni inutili. Controlla sempre, prima della Messa, che ogni cosa sia al suo posto; se si tratta di una celebrazione con riti speciali, chiedi informazioni al tuo Sacerdote e preparati prima a casa co un manuale.
5. Puntualità
Le celebrazioni iniziano ad orari ben precisi e la gente si muove da casa per incontrare il Signore all’ora stabilita. Tu devi fare in modo di non arrivare in ritardo, sia per non disturbare la celebrazione, sia per preparare quanto serve alla buona riuscita della liturgia. Essere puntuali significa arrivare sempre almeno dieci (meglio quindici!!!) minuti.
F. IL SERVIZIO DEL MINISTRANTE
Ogni membro avrà un compito da svolgere per promuovere lo spirito di servizio e di responsabilità. Che cosa significa “servire”? Significa seguire l’esempio di Gesù che non è venuto per essere servito, ma per servire.
Alcuni aspetti che sono indispensabili:
a) Prima di tutto occorre avere lo spirito di servizio.
Si tratta di essere disponibili per gli altri. Non puoi agire come vuoi, nella scelta dei canti, nei gesti, ecc…Sei al servizio di una comunità e devi aiutarla ad entrare in relazione con Dio, a sentire la gioia della preghiera, a rendersi conto delle realtà che si celebrano.
b) Il ministrante, non deve mai mettere al primo posto la quantità, ma la qualità, non i riti, ma il cuore. Non andiamo in chiesa solo per fare inchini perfetti;… andiamo in chiesa per mettere il cuore, l’intelligenza, il corpo, la fantasia a contatto a Dio. La formalità e i riti vengono in un secondo tempo.
c) Occorre evitare ogni esibizionismo, ogni tentativo di mettersi in mostra per raggiungere una realizzazione personale. Occorre rendersi conto che la gloria di Dio è anche realizzazione dell’uomo ed è normale che ciascuno di noi provi soddisfazione nel servizio pastorale e liturgico.
d) Ogni Ministrante deve essere animatore della preghiera.
II. ordinamento mINISTRANTI dei Figli di S. Maria Immacolata
“ Siate certe, o figliuoli,
che Gesù ha voluto lasciarvi
questo esempio di obbedienza,
registrato nel Santo Vangelo,
egli è perché – conosceva la grande importanza,
anzi la grande necessità che voi ubbidiate
ai vostri maggiori e siate sempre sottomessi e rispettosi ai medesimi”.
(Giuseppe Frassinnetti, “Esercizi Spirituali a Giovanetti D’Ambo Sessi, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma, 1912, p. 15)
A. SUPERIORE GENERALE E IL SUO CONSIGLIO
Il Gruppo Ministranti (GM) FSMI come iniziativa pastorale della congregazione dipende dall’autorità del Superiore Generale e dal suo Consiglio.
B. L’EQUIPE NAZIONALE DEI MINISTRANTI FSMI
Il GM FSMI è guidato da un’Equipe Nazionale. L’equipe è incaricato di programmare, organizzare e coordinare le attività dei ministranti al livello della congregazione. All’inizio dell’anno pastorale l’equipe presenterà al padre generale e al suo consiglio il programma e le attività dell’anno. L’equipe nazionale svolge anche un ruolo di tipo animazione itinerante al fine di visitare e sostenere i gruppi ministranti parrocchiali che si trovano in difficoltà.
L’equipe nazionale è composto da:
a) Responsabile
b) Vice responsabile
c) Coordinatore - Segretario
d) Tesoriere
e) Animatore - Giochi
f) Animatore – Canti e Bans
g) Animatore – Liturgia ed Istruzione
h) Un rappresentante per ogni parrocchia
Il Padre Generale e suo consiglio nomina due confratelli sacerdote come responsabile e vice responsabile per la pastorale dei Ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata.
Il primo compito del responsabile e vice responsabile è di formare l’equipe nazionale che aiuta a programmare ed organizzare le attività del GM FSMI.
Il coordinatore - segretario dell’equipe nazionale (un giovane ministrante) è il responsabile per il rapporto interparrocchiale. Si occuperà di coordinare le attività dei ministranti al livello della congregazione con i diversi responsabili e capi-animatori di ogni gruppo parrocchiale.
C. L’EQUIPE – GRUPPO MINISTRANTI PARROCCHIALE
PREMESSA: La DISCIPLINA e l’obbedienza formano l’uomo e lo matura. Per questo è necessario saper obbedire e saper comandare.
Tutte le CARICHE e gli INCARICHI sono sempre e comunque orientati al servizio del GM, della parrocchia e della congregazione. Ogni incarico quindi va svolto con cura esemplare, scrupolosa e gioiosa; ogni cosa viene fatta perché vogliamo bene all’altro: solo così si potrà godere, fino in fondo, il grande dono della vita. E questo si può fare solo nella gioia.
L’equipe parrocchiale è composto:
1) Sacerdote responsabile
2) Educatori e gli animatori
3) Segretario
4) Tesoriere
5) Istruttore
6) Archivista
7) Responsabile Dei Giochi
8) Responsabile Dei Canti
9) Un Genitore
L’equipe parrocchiale si riunisce l’ultimo sabato del mese dopo le attività del GM, può anche riunirsi in maniera straordinaria qualora ci fosse bisogno. Si sottolinea che l’incontro dell’equipe non sostituisce l’incontro settimanale. Ci sarà un regolare verbale e sotto le firme dei membri e del parroco che approvi le iniziative. Allora è importante avere un quaderno apposito per questi verbali; il quaderno verrà custodito sotto responsabilità del segretario/a e deve essere dato ogni qual volta che si voglia consultarlo da tutti i ministranti. L’equipe parrocchiale ha la responsabilità di verificare l’andamento del GM riguardo:
· la regolarità dei servizi
· l’osservanza delle regole
· la proposta di nuove idee
· la quota annuale
· organizzare incontri
· comportamento del gruppo
D. I Vari Compiti
1. I Responsabili - Educatori
I responsabili- educatori scelti dal parroco rappresentano il GRUPPO MINISTRANTI e ne coordinano le attività. L’autorità dei responsabili - educatori va rispettata sempre poiché la disciplina è l’elemento costituto di un gruppo.
Il primo e più importante compito dei responsabili è di educare i ministranti al SERVIZIO E ALLA FEDE. “Educare” significa “tirar fuori”: ai responsabili sono affidati compiti di tirar fuori, sviluppare, potenziare tutte le doti e le belle qualità dei ragazzi che incontrano. E se voglio avere dei buoni risultati devono essere pazienti, non fare mai “violenza” per raggiungere in breve tempo gli scopi prefissati.
Educare significa anche “guidare”, “orientare”: ogni responsabile cerca allora di aiutare i ragazzi a coordinare e armonizzare le loro capacità, i loro progetti facendo in modo che camminino verso grandi ideali, anzi, verso una persona speciale: DIO.
Gli Educatori si devono preoccupare di aiutare i ministranti a crescere come amici di DIO e come fratelli di ogni uomo.
2. Sacerdote Responsabile
Il sacerdote responsabile organizza il percorso il percorso si formazione che i ministrante devono avere come preparazione. Elabora metodi e strumenti per assicurare un cammino formativo efficiente e adatto. Deve preparare bene ogni incontro affinché sia un occasione di crescita e un momento per stare più vicino ai fratelli.
3. Gli Animatori
Gli animatori del Gruppo Ministranti sono gli adolescenti e giovani scelti dal sacerdote responsabile e i responsabili adulti per collaborare con loro ad organizzare la formazione e la vita del gruppo. La presenza degli animatori del gruppo è una testimonianza per gli altri ministranti più piccoli. I responsabili devono dedicare un’attenzione speciale per ogni animatore perché sono quelli si perdono facilmente ma soprattutto perché se rimangono e preparati bene saranno i futuri responsabili del gruppo.
4. Liturgia
Il responsabile per la liturgia preparare i ministranti ad amare e gustare la bellezza di ogni celebrazione liturgica. Il suo compito è di preparare incontri di preghiere che siano interessanti, semplici, brevi e significativi. Egli deve tenere conto che i ministranti saranno i futuri animatori della liturgia quindi che devono capire bene e vivere il significato di ogni celebrazione.
5. Apostolato
Ogni celebrazione liturgica non finisce dentro la chiesa né rimane nell’assemblea, ma continua e si verifica nella vita quotidiana, nell’incontro con i nostri fratelli e sorelle. È compito del responsabile per l’apostolato organizzare varie esperienze per mettere in pratica ciò che i ministranti imparano e celebrano nella liturgia.
6. Disciplina – Rappresentate dei Genitori
La disciplina è un elemento indispensabile ogni crescita sia al livello personale che di gruppo. Il responsabile per la disciplina è incaricato si seguire ogni ministrante e di guidare ognuno a scoprire il dono dello stare insieme. Deve indirizzare i ministranti ai vari principi nella vita cristiana. Inoltre deve mettersi in contatto con i genitori, organizzare incontri con loro con lo scopo di guidare e aiutare i ragazzi nella crescita.
7. Segretario/a
Il/a segretario/a stende le cronache del GM, fa i verbali delle riunioni; scrive le lettere di convocazione ai Ministranti e ai genitori; aggiorna il calendario delle attività, prepara la scheda di ogni membro (comprare un regalino).
8. Tesoriere
Il/a tesoriere riceve la quota da versare nella cassa comune del GM già stabilita dal consiglio. La quota deve essere frutto dei risparmi mensili, affinché i Ministranti siano abituato a privarsi cosa per metterla in comune come facevano i prima Cristiani. Organizza con la sua fantasia e creatività varie iniziative per raccogliere fondi per la cassa comune del GM. Organizza la festa per i compleanni di ogni membro (comprare un regalino).
9. Giochi - Divertimento
Il responsabile del divertimento organizza i giochi che siano utili per creare rapporti di amicizia e fratellanza e che promuovano una corretta crescita cristiana. Sceglie o organizza giochi a cui tutti possono partecipare senza escludere nessuno/a. Prepara il materiale necessario e poi provvede a risistemarli.
10. Istruttore
L’istruttore con i suoi aiutanti istruisce i nuovi arrivati al GM suoi diversi luoghi della chiesa e sugli oggetti che vi si trovano. Spiega cosa sono l’altare, i vasi,i libri sacri e gli oggetti necessari per la celebrazione della messa, le vesti liturgiche(il loro colore ed il loro significato), il senso delle varie parti della celebrazione eucaristica, le principali feste del Signore e della Madonna, il servizio all’altare, ecc.
11. Canti - Bans
Si dice che “chi canta prega due volte”. Il canto anima ogni incontro del GM. Il responsabile dei canti organizza le prove per imparare canti adatti ai momenti di preghiera (adorazione, ritiro, pellegrinaggio, ecc.). Prepara i libretti dei canti del GM e li custodisce con cura.
12. Archivista
L’archivista sistema tutto ciò che riguarda la storia del GM. Fa il fotografo e prepara la mostra del GM. Prepara le cronache e l’articolo per il giornalino mensile della parrocchia e della Congregazione. Fa anche l’artista w aggiorna con disegni la bacheca del GM ( compleanni, ecc…).
E. LE DOTI DEGLI EDUCATORI - ANIMATORI
Tieni conto che i ragazzi imparano qualcosa non perché hanno sentito una lezione, ma perché hanno visto. È il “contagio”, l’esempio il grande maestro. Se vuoi che il gruppo dei ministranti funzioni a dovere devi sforzarti di mettere in pratica quanto dici.
1. Coerenza
Ricordate che i ragazzi imparano per imitazione: siate voi i primi ad essere coerenti con quanto chiedete a loro.
2. Famigliarità
Se volete che il/a ragazzo/a vi ascolti, non create distanza fra voi e loro, ma un sano clima di famigliarità, di amicizia, senza per questo perdere le vostre qualità di educatori.
3. Competenza
Per avere prestigio ed essere ascoltati dovete dimostrare di sapere e vivere bene ciò che insegnate e chiedete: nulla è più diseducativo dell’improvvisazione.
4. Pazienza
Tenete presente che i ragazzi hanno bisogno di crescere attraverso gli errori. Cercate dunque di essere calmi e pazienti, impegnandovi a spiegare ai ragazzi ciò che hanno sbagliato.
IIi. PERCORSO FORMATIVO
Del gruppo MINISTRANTI fsmi
“Tu, ti devi prendere singolare premura dei fanciulli, pazientemente istruirli nelle verità della fede e sui doveri. Appena in essi si sviluppa il giudizio, fa che essi mi conoscano: secondo la loro capacità da loro ad intendere che io mi sia, quanto buono e meritevole per me stesso di essere amato, quanto abbia fatto per la loro salute e di quanti beni io li voglio in questa vita e nell’altra... Quando poi avrai eccitato il mio amore nei loro cuori, adoprati perché ne facciano atti vivi e sentiti, secondo la loro capacità.”
(Giuseppe Frassinetti, “Gesù Cristo Regola del Sacerdote”, II, p.579)
“L’amore a Maria è santo e coloro che l’amano non vogliono essere soli ad amarla, ma vorrebbero vedere ogni creatura accesa e compresa tutta dell’amore di Maria”.
(Giuseppe Frassinetti, “Amiamo Maria”, II, p. 345)
Per essere un buon ministrante, degno di servire all’altare di Dio e nella vita come testimone, occorrono buone qualità e preparazione. I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata seguono un cammino di preparazione.
A. FORMAZIONE DEI MINISTRANTI
1. Formazione - Cammino Annuale
All’inizio dell’anno pastorale l’equipe nazionale (dopo il ritiro per i responsabili e gli animatori) presenta a tutte le realtà il tema da approfondire insieme come congregazione. Il tema annuale servirà come guida generale per organizzare le attività del Gruppo Ministranti Parrocchiale. Il tema sarà approfondito ed elaborato durante il Campo Ministranti come chiusura del cammino annuale.
2. Formazione - Liturgia
Il ministrante deve seguire un corso di formazione prima del suo ministero e poi continuare a frequentare gli incontri del gruppo. In modo particolare deve approfondire il significato teologico e spirituale e rituale del sacrificio eucaristico. Proprio perché svolgono il loro principale servizio nella celebrazione della S. Messa, essi ne devono svolgere con pietà e ordine il rito e comprenderne, quanto più è possibile, il significato.
Il ministrante deve saper svolgere tutte le azioni liturgiche con piena conoscenza e dignità, perciò deve imparare i nomi di tutti gli arredi sacri, i movimenti necessari allo svolgimento dei riti, l’anno liturgico e i libri.
3. Formazione - Vita e Spiritualità del Ven. Giuseppe Frassinetti
I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata dedicano il mese di gennaio per lo studio e approfondimento della la vita e l’insegnamento del fondatore. È il mese della morte di Giuseppe Frassinetti. Durante i momenti di preghiera in questo mese si recita la preghiera per la sua beatificazione. Ogni gruppo si organizza secondo la propria creatività. E possono invitare i sacerdoti dei Figli di Santa Maria Immacolata per aiutarli a questo percorso.
4. Formazione - Mariologia
Il Venerabile Giuseppe Frassinetti raccomandava sempre i suoi ragazzi di avere un grande amore e una grande devozione per la Madonna, perché secondo lui chi ama Maria ama veramente Gesù. I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata si impegnano a mettersi alla scuola di Maria per conoscere, amare e servire meglio Gesù.
Il mese di maggio è dedicato allo studio ed all’istruzione sulla vita di Maria. I ministranti celebrano con devozione le solennità, le feste e le memorie della Beata Vergine Maria secondo l’anno liturgico. Ogni ministrante deve conoscere bene il significato della preghiera di Maria e imparare bene la preghiera del santo rosario.
5. Formazione – Personalità attraverso il gioco
Il gioco rappresenta un mezzo eccezionale di entrare nel mondo dei ragazzi in modo piacevole, per instaurare un rapporto di amicizia veloce e spontaneo, premessa indispensabile per passare ad ulteriori tappe di formazione.
Il gioco è per i ragazzi una attività naturale: li aiuta ad esprimersi, ad essere sciolti e spontanei, a maturare una personalità unificata; mediante l’esperienza facilita l’acquisizione di concetti astratti importanti; li aiuta ad educarsi socialmente, o svolgendo ruoli di collaborazione attiva, o aprendoli all’altruismo, o verificando l’importanza di regole e di norme.
B. FORMAZIONE DEGLI ANIMATORI
“L’animatore non si nasce, ma si diventa.” Ecco perché a tutti è possibile fare l’animatore. Basta volere! L’impegno personale, però deve essere supportato da persone e indicazione che sappiano aiutare gli aspiranti. Tra coloro che si presenteranno ci sarà chi è più favorito dalla propria indole e riuscirà con più facilità a fare l’animatore e chi, invece, dovrà impegnare molto; ci sarà chi è bravo a organizzare e chi a realizzare;… Questa è la ricchezza di avere molti animatori: possedere una varietà di carismi e di doni da investire per riuscire meglio a coinvolgere tutti i ragazzi e a promuovere valori e ideali.
Ma è necessario precisare cosa significa essere animatore. Nel gruppo nostro GRUPPO non vuol dire organizzare sport o giochi; non vuol dire fare i baby-sitter; non vuol dire guadagnarsi soldi o stima degli altri; non vuol dire fare quello che non si poteva fare quando si era animati…
Animare vuol dire mettersi a servizio dei ragazzi per aiutarli a crescere, servire gli altri perché sono più importanti di me. Così si sviluppa, si perfeziona e si mette in pratica quella grande capacità che è dentro ciascuno di noi e che ci apre alla bellezza della vita: la capacità di amare. Ciò comporta per necessità due importanti caratteristiche:
- avere raggiunto un certo grado di maturità, o almeno impegnarsi per raggiungerla;
- stare con i ragazzi, conoscerli il più possibile e amarli per poterli capire.
Così l’animatore è solo chi è disposto a percorrere determinate strade. L’equipe nazionale dei Ministranti FSMI organizzano almeno tre incontri durante l’anno dedicato solo alla formazione degli animatori.
C. IL DODECALOGO DELL’ANIMATORE
Essere animatori vuol dire quasi per definizione lavorare assieme ad un gruppo. Non solo perché i ragazzi che di solito ci sono affidati, formano un gruppo, ma anche e soprattutto perché gli animatori stessi a loro volta devono lavorare in equipe. Formarsi come persone e come animatori vuol dire allora formarsi anche come appartenenti a dei gruppi, all’interno dei quali essere protagonisti di crescita positiva e di condivisione.
Chi non vorrebbe essere (o avere per il proprio gruppo) “l’animatore perfetto”? il grande comunicatore, testimone cristiano invidiabile, fine psicologo, dotato di grande fantasia, esperienza, inventiva, passione educativa, buone doti organizzative, intonato a cantare, che sa ballare senza goffaggini, e veramente molto bravo a proporre giochi e bans? Tale figura ideale è “scoraggiante” perché misurandosi con essa avvertiamo più che mai i nostri limiti e l’incapacità di raggiungere tali “vette”. Allora, a costo di essere “controcorrente”, è importante imparare questo “dodecalogo”, dove la persona conta non solo per QUANTO SA ma anche per COSA E’, soprattutto per COME VIVE.
1. Volere bene a Cristo.
Anche se l’animatore è timido, imbranato, questo amore traspare, ed è la prima qualifica per essere testimoni e non tanto “maestri”.
2. Volere bene ai ragazzi.
Volere bene non significa tanto fare “smancerie” o semplice “simpatia” nei loro confronti (nel senso che oggi tu mi piaci, mentre domani se mi fai arrabbiare, può darsi che mi diventi antipatico). Il volere bene è soprattutto un atto di volontà. E’ una posizione a priori: indipendentemente da chi sei ti voglio bene.
Ma per educare occorre avere la confidenza dei ragazzi. L’educazione è cosa di cuore. Se vogliamo bene a loro saremo ricambiati e riceveremo il regalo più grande: le chiavi per la porta del cuore…
3. Avere un po’ di ansia missionaria.
E’ positivo che qualche volta “siamo tesi” e “stiamo tesi” per loro! Il tutto nella consapevolezza che i veri animatori sono lassù…
4. Non stancarsi se a volte c’è da “allacciare le scarpe”ai ragazzi.
Il gesto di “allacciare le scarpe” ad un ragazzo implica il chinarsi, il mettersi in ginocchio di fronte a lui. E’ simbolo di atteggiamento di servizio: ci ricorda che è sempre il ragazzo al centro del processo educativo. E ci rammenta che bisogna fare un po’ di fatica e di sacrificio…
5. Stare volentieri con i ragazzi.
Cioè non fare sentire loro che siamo lì temporaneamente come “in prestito”, e che abbiamo una cosa più importante da andare a fare da un momento all’altro.
6. Non agire mai a titolo personale.
Anche se in certe occasioni siete soli con i ragazzi, rappresentate in ogni momento Cristo, la Chiesa, la Comunità.
7. Dedicare tempo ai ragazzi (non e’ mai tempo perso)
Al di là della personalità e della comunicatività che un animatore possiede, i ragazzi stanno volentieri con chi dedica loro tempo. Ne subiscono spesso il carisma e lo imitano, lo cercano. Anche negativamente. Se leggiamo la storia personale di alcuni ragazzi “sbandati”, vediamo che quasi sempre sono stati ore ed ore, con persone “sbandate”, che hanno dedicato loro “attenzione”. Un’attenzione pericolosa e negativa, ma sempre tale rimaneva. Dedicare tempo significa “dare valore” al ragazzo. Se io sto con te significa che sei “attraente”, hai qualcosa di speciale, sei “interessante”, non mi annoi.
8. Dare nome e cognome nella vita ai componenti del proprio gruppo.
Per educare è essenziale conoscere la storia di chi vogliamo educare, da che famiglia proviene, la sua cultura, la sua personalità. E’ soprattutto, quando possibile, diventa importante seguirlo nella vita quotidiana: gli insuccessi scolastici, le delusioni sentimentali, la perdita del “migliore amico”, sono, sono i “veri drammi” dei ragazzi. Se li conoscessimo sapremmo meglio orientare, il nostro sforzo.
9. Essere un po’ sprint, gioiosi…
I ragazzi guardano soprattutto al “vestito” che indossiamo quando stiamo con loro. Se noi siamo contenti (una contentezza non superficiale, ma che viene dal profondo del cuore) non possiamo che essere “contagiosi”. Domenico Savio arrivò a dire: “Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”.
E poi quello che conta è lo spirito. Se siamo “sprint” siamo giovani a tutte le età, viviamo la vita e non e non ci “lasciamo vivere”, siamo spinti a creare amore interno a noi ed avere anche la forza di rischiare per rendere grande un ideale.
10. Non vergognarsi:
a fare cose strane come balli, imitazioni di animali, ecc.; o ad essere uno dei pochi che compie la scelta di stare con i ragazzi, andando un po’ controcorrente…
11. Avere voglia di migliorarsi.
Nel canto, nel ballo, nell’imparare nuovi giochi, nuove tecniche espressive, aumentare le proprie competenze ecc… Se l’animatore rappresenta un fondamentale strumento educativo, più lo strumento è efficiente, “lustro” e qualificato, e più il suo uso sarà incisivo!
12. Pensare che è meglio fare troppo che pentirsi di non avere fatto.
L’animatore non deve essere una presenza passiva, che subisce le iniziative e le attività. Non abbiate paura a “lanciarvi”… anche se qualche volta non centrerete alla perfezione l’obiettivo.
D. FORMAZIONE DEGLI ADOLESCENTI E GIOVANI
Una volta che il ministrante diventa adolescente e giovane si integra con il gruppo adolescenti e con il movimento giovanile della congregazione. Invitandoli ad esperienze forti vocazionali quali: gli esercizi spirituali e “l’ora et labora”. Rimane nel suo gruppo a svolgere il suo servizio come ministrante e continua il suo cammino formativo sempre sotto la guida dei Figli di Santa Maria Immacolata.
IV. ATTIVITÀ del gruppo MINISTRANTI Fsmi
“La gioventù vuole ricrearsi, specialmente alle feste; ed è una cosa giusta e anche salutare che dopo adempiuti i doveri religiosi,
essa abbia un qualche innocente passatempo o sollievo. Quando non si lascia mancare ai giovani questo sollievo, essi intervengono più volentieri alle funzioni della Chiesa; e poi non prendono parte ai profani o pericolosi divertimenti, ai quali altrimenti si rivolgerebbero”.
(Giuseppe Frassinetti, “Il Religioso del Secolo”, II, p. 147)
A. Le attività al livello nazionale
1. Ritiro dei Responsabili e gli Animatori
L’anima di ogni impegno pastorale è la preghiera! Perché solo in preghiera l’uomo desideroso di amare e servire il Signore può conoscere e discernere la volontà di Dio. Il ritiro per i RESPONSABILI e gli ANIMATORI ha questo scopo, cioè iniziare il cammino nel nuovo anno pastorale con un momento di preghiera, programmazione, riflessione e fraternità.
2. Campo Ministranti
“Campo Ministranti”: Che cos’ è?
L’idea del “Campo Ministranti” è nata da un desiderio di creare qualcosa di interessante per concludere l’anno di formazione dei ministranti. Certamente, l’idea richiama il famoso “campo scuola” che si faceva durante il tempo di vacanza. “Perché non organizzare qualcosa di simile per i ministranti?”. La proposta era stata accolta con entusiasmo sia dai responsabili che dai genitori. Questa iniziativa può spiegare una verità sull’identità dei ministranti; che anche loro sono ragazzi normali, come gli altri. Essere ministrante non vuol dire solo pregare e servire durante la Messa. È molto di più!
Perché si chiama “Campo Ministranti”?
Il nome ne spiega la novità e l’identità. È un campo esclusivamente per i ministranti: non è un qualsiasi campo. È una forte esperienza di incontro con Gesù, amico del ministrante! Il Campo Ministranti è un camminare insieme per conoscere di più il Signore, per amarLo e servirLo nella vita. Ogni campo ministranti è una nuova creazione! Il campo è frutto da una lunga riflessione e preparazione. L’unica regola in gioco è la creatività! Ogni campo deve essere una esperienza unica e che deve manifestare la bellezza di mettere insieme i talenti ricevuti dal Signore!
Quali sono gli elementi fondamentali in ogni “Campo Ministranti” ?
- La centralità dell’Eucaristia
- La Parola di Dio
- L’amore per la Madonna
- L’importanza della preghiera
- La formazione umana e cristiana nell’amicizia
- Il divertimento e gioco come luogo di crescita
- La spiritualità dei Figli di Santa Maria Immacolata (vocazione)
3. Le tappe del Campo Ministranti
a. Preparazione iniziale
La prima tappa per organizzare il campo ministranti è costituita dai diversi incontri di preparazione. Ogni incontro deve essere un momento di preghiera, in cui ogni animatore si mette umilmente a disposizione secondo i propri carismi. In questi incontri vengono distribuiti i diversi compiti di lavoro secondo le capacità dei singoli. È fondamentale l’obbedienza per i propri responsabili, ma soprattutto verso i rispettivi parroci, perché solo nell’obbedienza si compie la volontà del Signore!
Ogni incontro di preparazione significa morire per se stesso per poter fare di sé un dono per gli altri, ma non è mai una perdita di tempo. Ogni sacrificio: tempo, talento, umiliazione, pazienza, prova e anche i risorsi materiali offerte per il campo sono una benedizione! Ad ogni responsabile e animatore sono richieste disponibilità e generosità.
b. Ritiro per i responsabili e gli animatori
I veri protagonisti del campo ministranti sono lo Spirito Santo e i ministranti – partecipanti. Lo staff (i sacerdoti, i responsabili e gli animatori) è solo un strumento di Dio! Ed ecco che prima di iniziare il campo si fa una giornata di ritiro per chiedere l’aiuto divino.
Questo momento può servire anche come preparazione finale al livello organizzativo. Ma solo dopo aver pregato e offerto tutto l’avvenimento del campo nelle mani del Signore e alla protezione materna di Maria.
c. Il Campo Ministranti
ACCOGLIENZA
È importante che i partecipanti arrivando, trovino un ambiente accogliente e …il sorriso di qualche animatore. Gli stati d’animo dei ragazzi in queste ore sono dei più disperati: angosciati dall’idea di essere lontani dai genitori (sono soprattutto, i ragazzi al primo campo); quelli che credono di essere in vacanza, disposti solo a divertirsi; quelli pronti ad accettare con serenità e serietà ogni proposta; gli incontentabili criticoni, per i quali non va mai bene nulla…
PRIMA RIUNIONE
Le vostre parole dovranno arrivare a ognuno di loro: spiegherete con sincerità e serenità il motivo per cui si è al campo, che cos’è un campo ministranti, che cosa si farà, quale dovrà essere lo stato d’animo e l’impegno personale con cui affrontare l’esperienza.
REGOLE D’ORO
· spirito di adattamento
· spirito di amicizia
· spirito di sacrificio
· rispetto reciproco
ATTENZIONE!!!
· tenere tutti, animatori e ragazzi, rigorosamente presente il rispetto degli orari in ogni momento della giornata: l’arrivo in ritardo ingiustificato dovrà essere richiamato con fermezza.
· Un certo rigore dovrete pretenderlo anche per il rispetto del silenzio notturno, perché se durante il campo si dorme soltanto qualche ora a notte perché nelle camerate c’è il caos, si gioca, c’è la musica, ecc., si rischia di compromettere seriamente tutti il lavoro: il giorno dopo, infatti la stanchezza inquina inesorabilmente la lucidità, e non si riesce a svolgere alcuna attività con impegno.
· Permanenza nelle camerate – si rimane in camera soltanto per dormire, cioè, un’ora dopo pranzo e la notte; durante il resto della giornata chi non dorme rimane con gli altri negli spazi liberi della casa o fuori, per evitare che poltrisca a letto ascoltando musica…
· Necessità di approfondire l’amicizia con tutti i partecipanti al campo (e non solo con i 3 o 4 amici, amiche del cuore); ci sono ragazzi che conoscete come particolarmente brillanti e sensibile, prendeteli quanto prima in disparte e indirizzateli a dedicare le loro attenzioni ai più timidi o a qualche meno inserito.
LA MENSA
I tempi della colazione, del pranzo, della ceno sono molto importanti perché momenti di condivisione, di recupero di energie, di grande comunione.
· Ricordate ai ragazzi di evitare lo spreco di ogni genere alimentare, non esitate a riprendere chi lascia nei piatti notevoli quantità di avanzi e chi inizia a tavola giochi poco felici (esempio, il lancio di pezzi di pane da un punto all’altro della sala mensa).
· Al termine del pranzo si possono dare gli avvisi per il resto della giornata, segnalare episodi positivi e simpatici (compleanni, onomastici, ricorrenze) o richiamare su comportamenti non consoni al campo; in ogni caso nessuno dovrebbe allontanarsi dalla sala da pranzo prima della preghiera finale.
· In refettorio è ottima cosa la rotazione dei posti, nessuno, cioè dovrebbe mai rimanere a un posto fisso a tavola ma ogni volta stare vicino ad altre persone: cioè per evitare la formazione di “clan”, ma anche per favorire la conoscenza reciproca.
· Gli animatori possono scegliere, invece, di rimanere insieme, per poter avere un momento di condivisione e di scambio.
VERIFICA
· È il momento di revisione della giornata e convivenza.
· È il momento di esporre soddisfazioni e preoccupazioni, problemi incontrati durante il giorno, gioie vissute con il proprio gruppo, e di riportare eventuali osservazioni confidale dai ragazzi, critiche, complimenti, desideri; è anche l’occasione per chiarire possibile incomprensioni tra di voi o tra voi e i ragazzi, momenti difficili che emergono soprattutto verso la fine del campo, quando stanchezza e tensione si fanno sentire maggiormente.
· Bisogna analizzare:
1. l’andamento delle discussioni e degli approfondimenti, valutando soprattutto se i ragazzi riescono a seguire i temi proposti, oppure se questi sono troppo difficile o imprestati in maniera poco adeguata al loro livello (occorrerà in questo caso dare qualche ritocco al lavoro);
2. la partecipazione e l’impegno dei ragazzi nei lavori pratici, e i loro rapporti, e i loro rapporti interpersonali durante tali attività;
3. il loro comportamento nel tempo libero, nelle camerate, durante i pasti, ecc…;
4. l’inserimento dei ragazzi, i progressi o meno di quelli più timidi o più problematici, l’eventuale soluzione di problemi sorti nei giorni precedenti;
5. l’opportunità o meno di procedere a richiami in caso di comportamenti poco consumi allo spirito del campo;
6. il programma del giorno successivo e le condizioni per il suo svolgimento.
7. cose varie…
d. Dopo -Campo
L’incontro “dopo – campo” più che un momento di verifica deve essere un momento di festa e di preghiera. Sapendo dall’inizio che lo staff è solo un strumento del Signore, ed è chiamato solo a seminare, si ringrazia Dio per l’esperienza del campo. Il lavoro di raccogliere i frutti del campo appartiene solo dal buon Dio.
Certamente, è anche un momento di fare la verifica. La misura di ogni verifica è solo la carità. Ogni membro dello staff deve riconoscere i propri limiti ed imperfezioni. Il frutto di questo incontro è riconoscere la grandezza di Dio che usa strumenti indegni (gli animatori) per dimostrare il suo amore per tutti noi.
3. Proposta d’Incontro Unitario dei Ministranti FSMI (IUM)
Lo scopo dell’incontro unitario sarebbe di promuovere l’appartenenza dei ministranti alla famiglia dei Figli di Santa Maria Immacolata attraverso l’opera della congregazione nelle parrocchie e nelle altre realtà. L’impegno di preparazione a questa grande manifestazione che può avere cadenza triennale è affidata all’equipe nazionale e alla parrocchia ospitante.
4. Pellegrinaggio Internazionale dei Ministranti
I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata partecipano anche al grande pellegrinaggio internazionale dei ministranti a Roma. Questo evento organizzato dai vescovi è un’occasione opportuno per ogni ministrante di conoscere la ricchezza del suo ministero. Lo scambio di esperienza e l’amicizia permette ad ogni ministrante di capire l’universalità della Chiesa e che la sua fedeltà e testimonianza è un servizio per il bene di tutta la Chiesa.
B. Le attività al livello parrocchiale
1. Invito
All’inizio dell’anno pastorale l’equipe del Gruppo Ministranti Parrocchiale si impegna ad organizzare l’annuncio e l’invito per i ragazzi che desiderano entrare nel gruppo. E’ un impegno di tutti i membri del gruppo compresi i genitori. Esistono diversi modi di fare l’invito secondo la creatività dei ragazzi:
- preparare cartelloni colorati da attaccare nella bacheca della parrocchia
- distribuire volantini dopo la Messa
- fare l’invito e testimonianza nel momento opportuno durante la Messa sempre con l’accordo e il permesso del parroco e del celebrante
- fare il giro durante il catechismo, ma sempre con il permesso del catechista e del parroco.
- invito personale, ecc…
2. Festa di Apertura
Dopo aver terminato l’invito e il periodo per l’iscrizione, la prossima tappa è di organizzare la festa di Apertura con la partecipazione dei nuovi ragazzi con i loro genitori. La parte più importante della festa è l’affidamento al Signore e la Madonna per l’inizio di attività del gruppo in un momento di preghiera. In questo primo incontro il responsabile presenterà ai ragazzi e i loro genitori il programma del gruppo per l’anno nuovo sia al livello parrocchiale sia al livello nazionale.
3. L’incontro settimanale
Ogni Gruppo Ministrante Parrocchiale sceglierà un giorno più opportuno per l’incontro settimanale del gruppo. Ogni incontro è strutturato in 4 momenti:
- L’incontro inizia con momento di adorazione davanti al Santissimo, ascoltando il vangelo della Domenica. I ministranti dei Figli Santa Maria Immacolata seguendo l’insegnamento del Ven. Giuseppe Frassinetti mettono al centro in ogni momento di preghiera la Parola di Dio e l’Eucaristia.
- Il secondo momento dell’incontro è la catechesi o formazione, può essere anche il momento di istruzione dipende la necessità di ogni gruppo.
- Non bisogna mai mancare in ogni incontro il momento dedicato per i giochi e divertimento. I ragazzi piacie e giustamente hanno bisogno di giocare. Il gioco ha un ruolo fondamentale per la formazione del ministrante sia come individuale e anche come membro di un gruppo.
- Infine, ogni incontro si conclude con la preghiera, si consiglia di recitare insieme il “Padre Nostro” e la benedizione del sacerdote. È da valorizzare sempre la presenza dei genitori durante il momento di preghiera.
4. Ritiro Ministranti ed genitori per l’Avvento e Quaresima
Ogni ministrante ha come prima passione l’amore per la liturgia. È una qualità che lo distingue dagli altri ragazzi, come dire la sua “specialità”. Per questo motivo, i ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolato al livello parrocchiale organizzano un ritiro durante il tempo di Avvento come preparazione per il Natale e un ritiro durante il tempo di Quaresima per la Pasqua. A questo appuntamento, partecipano anche i genitori. Non bisogna mai dimenticare che i genitori dei ministranti svolgono un ruolo indispensabile del gruppo.
5. Appuntamenti Diocesani dei Ministranti
I Ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata come segno di comunione per il suo diocesi di appartenenza partecipano agli appuntamenti diocesani. L’incontro con i ministranti che vengono dalle diverse parrocchie permetterà di conoscere meglio la propria diocesi. Ma è anche un’occasione di dare testimonianza della sua identità come ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata.
6. Ministranti Day
Il “Ministrani Day” o Giornata dei Ministranti è la festa dei Ministranti nella sua parrocchia. Ma più che una festa, è una giornata di testimonianza. I ministranti e la sua famiglia vogliono condividere la gioia della loro appartenenza della parrocchia. I ministranti vogliono lasciare un messaggio concreto in questa giornata ai loro coetanei che esistono ancora i ragazzi che credono che è bello e divertenti stare insieme in parrocchia come una famiglia. E che la misura della vera felicità è nella capacità di saper donare se stesso per gli altri.
7. Le Celebrazioni del Mandato al Servizio Liturgico
La celebrazione dell’Aspirantato è un semplice rito inserito di solito dopo il rito dell’introduzione della S. Messa. È il momento in cui vengono presentati i ragazzi che desiderano far parte del Gruppo Ministranti davanti al parroco e alla comunità parrocchiale. Gli aspiranti come segno riceveranno la croce e il libretto dei Ministranti.
La celebrazione della vestizione è un rito inserito di solito dopo l’omelia durante la S. Messa. Il giorno della Vestizione è una vera festa. La vestizione è il momento più bello della vita del ministrante. È il giorno del suo “sì” per servire Gesù sull’altare e nella vita. Il parroco con grande gioia lo presenterà all’intera comunità riunita e riceve l’abito liturgico con la benedizione rituale in un clima di festa per tutta la comunità.
8. Momento di vita di gruppo
Tra le tante attività proposte per ogni Gruppo Ministranti Parrocchiale, un aspetto da sottolineare è il momento di vita di gruppo. Non bisogna mai dimenticare l’importanza di nutrire l’unità e lo spirito di famiglia. Alcune proposte:
- Gita ed uscite di Gruppo
- Festeggiare i compleanni insieme
- ecc…
9. Apostolato
Se come la vera celebrazione della liturgia è nella vita, sarebbe una cosa bella se ogni gruppo si impegna almeno una volta all’anno di dedicare un tempo di apostolato o un impegno di carità, soprattutto per le persone bisognose nella propria parrocchia. Per poter raccogliere le risorse necessarie, possono organizzare la vendita dei dolci, fare qualsiasi lavoretto che sono capaci e venderli, organizzare una pesca di beneficenza, preparare un spettacolo, ecc…
Alcune proposte:
- visitare e regalare qualcosa per le famiglie povere in parrocchia
- visitare i malati (soprattutto i bambini) e persone anziani in parrocchia
- accompagnare i sacerdoti durante le benedizioni delle Famiglie
- mandare l’aiuto materiale per la missione
- ecc…
10. Festa di Chiusura
La Chiusura e Ringraziamento è un incontro di preghiera. È un momento dove i ministranti con i suoi genitori ringraziano il Signore per l’anno pastorale trascorso insieme. Si consiglia un momento di adorazione. Ma sarebbe bello anche organizzare un pellegrinaggio per quanto è possibile per chiudere l’anno insieme.
V. LE PREGHIERE DEL MINISTRANTE
“La santa Chiesa fino dai primi secoli riconosceva una virtù particolare dei fanciulli, e perciò voleva che essi specialmente pregassero nella liturgia della santa Messa”.
(Giuseppe Frassinetti, “Industrie Spirituali”, I, p. 113)
“ Per pregare bene pregate di cuore e col cuore, parlando col vostro Signore Iddio come la figlia parla col padre, al quale con tutta confidenza domanda il cibo e il vestito; come l’inferma parla col medico, al quale chiede con tutto l’impegno la medicina del suo male, come la povera parla col ricco, al quale domanda con tanta umiltà la limosina; come la sposa parla con collo sposo, al quale con tanta passione attesta il suo amore”.
(Giuseppe Frassinetti, “Ricordi per Una Figlia, I, 639)
Il ministrante prega, canta, loda e ringrazia perché vuole rispondere all’amore di Dio,
vuole parlare con Lui, essere suo amico, vuole crescere nel suo amore e fare qualcosa di bello in questo mondo.
A. IO SONO MINISTRANTE
Io sono ministrante,
sono collaboratore di Gesù,
sono al servizio dei fratelli,
e prego perché vuole essere unito a Gesù,
e avere un amore grande, generoso …
Voglio ricevere il suo Spirito d’amore
così potrò ben servire all’altare.
Nella preghiera mi dono a Gesù
Ed Egli mi dà forza, mi trasforma, mi dà gioia.
B. TU CI HAI CREATI PER FARCI VIVERE CON TE
Signore, nostro Dio,
Tu ci hai creati per farci vivere con Te
Nel tuo amore senza fine.
Noi Ti lodiamo e ti ringraziamo,
perché ci hai chiamati ad essere ministranti:
così possiamo conoscerTi, amarTi e servirTi come nostro Padre.
Gesù,
che sei venuto per servire e non essere servito,
noi uniamo il nostro servizio alla tua opera di salvezza
e Ti chiediamo di insegnarci ad aiutare i fratelli
con semplicità e senza pretendere ricompense.
Spirito Santo,
noi Ti invochiamo: riempi i nostri cuori del Tuo Amore,
perché possiamo essere degni collaboratori dei sacerdoti,
al servizio di Dio e della comunità.
Donaci una pietà sincera, l’ordine,
la puntualità e disponibilità al servizio.
Maria, nostra mamma,
guidaci ed accompagnaci ogni giorno
e rendici capaci di accogliere l’invito di Gesù
a fare della vita un dono per Dio.
AMEN.
C. TU CHE MI CHIAMI AL TUO ALTARE
O Signore,
Tu che mi chiami al Tuo altare per servirTi
insegnami a renderTi grazie sempre meglio
per le tante meraviglie che mi hai donato.
Insegnami ad incontrarTi nella Tua Parola
come nel fratello che metti sulla mia strada.
Fa di me un servitore leale e fedele,
testimone della Tua presenza,
proclamando la Tua Buona Novella,
portando la Tua luce con gioia.
Rendimi sempre più disponibile
verso i miei fratelli,
seminatore d’amore e di pace
a imitazione della Vergine Maria,
Madre di Gesù e Madre nostra.
Soccorrimi nelle difficoltà,
aiutami a non aver paura d’impegnarmi
affinché il tuo Regno venga sulla terra come in cielo.
Amen.
VI. I RITI DEL MANDATO
AL SERVIZIO LITURGICO
“Chi serve la MESSA sperimenta da vicino che in ogni atto liturgico Gesù Cristo è presente e operante. In tal modo nella liturgia siete molti più che semplici aiutanti del sacerdote. Soprattutto siete servitori di Gesù Cristo,dell’eterno sommo sacerdote. Così voi ministranti siete chiamati in particolare a essere giovani amici di Gesù. Impegnatevi ad approfondire e coltivare questa amicizia con lui. Scoprite di aver trovato in Gesù un vero amico per la vita”. Giovanni Paolo II
A. IL RITO DELL’ASPIRANTATO
Il rito dell’Aspiranto si svolge in una maniera semplice durante il Rito di introduzione, dopo il saluto del celebrante.
Responsabile: Caro P. , sono lieto di presentarti e alla nostra comunità parrocchiale i ragazzi che desiderano di fare un percorso di preparazione per diventare ministranti.
Il responsabile dei ministranti pronuncia ad alta voce i loro nomi. I ragazzi rispondono ad alta voce: “ECCOMI”; e si portano davanti all’altare accompagnato dal loro genitori.
1. __________________
2. __________________
3. __________________
4. __________________
5. __________________
F BENEDIZIONE E CONSEGNA DEi SEGNi (croce e libro del GM)
Celebrante: Signore Gesù Cristo, che ti sei salvato la nostra umanità, noi supplichiamo la tua infinita misericordia perché Tu voglia benedire queste croci, affinché coloro che li indosseranno ricordano il tuo amore infinito e essere testimoni della Tua presenza. Per Cristo nostro Signore.
Assemblea: Amen.
B. IL RITO DELLA VESTIZIONE
Dopo l’omelia, vengono presentati e chiamati per nome dal responsabile i ragazzi che iniziano il servizio liturgico.
Responsabile: Caro P. , sono lieto di presentarti e alla nostra comunità parrocchiale i ragazzi che desiderano diventare ministranti.
Il responsabile dei ministranti pronuncia ad alta voce i loro nomi. I ragazzi rispondono ad alta voce: “ECCOMI”; e si portano davanti all’altare accompagnato dal loro genitori.
1. ______________________
2. ______________________
3. ______________________
4. ______________________
5. ______________________
PARROCO: Cari ragazzi, la nostra comunità parrocchiale per un degno svolgimento della liturgia ha bisogno dei ministranti; per questo ha guardato a voi. volete servire con gioia l’assemblea del popolo di dio, prestando nelle celebrazioni i servizi a voi assegnati, vicino all’altare?
MINISTRANTI: Si; lo vogliamo!
PARROCO: Cari genitori, siete sempre pronti di incoraggiare ed accompagnare i vostri figli nel loro desiderio di servire il signore?
GENITORI: Sì
PARROCO: Vista la vostra buona volonta’, vi ammetto fra i ministranti di questa comunita’. per intercessione della vergine maria, il signore vi aiuti con la sua benedizione e la collaborazione dei vostri genitori vi sia sostegno per un servizio fedele e generoso. Ora fate la vostra promessa al signore.
MINISTRANTI: Tutti i ministranti si mettono in ginocchio e con voce chiara dicono insieme
Ti ringrazio di avermi chiamato a fare parte del gruppo ministranti. Ti prometto di essere pronto e generoso a servirti con gioia nelle celebrazioni liturgiche. Prometto anche che la mia condotta in chiesa, in casa, a scuola e in ogni luogo sia conforme ai tuoi esempi.
FBENEDIZIONE E VISTIZIONE
PARROCO: Ricevete queste veste sacre, simbolo di purezza e segno del vostro ministero attorno all’altare; essa deve inoltre contribuire al decoro dell’azione sacra, portatela sempre con tutto il rispetto e amore.
MINISTRANTI: Amen.
Mentre viene intonato un canto appropriato (che esprime gioia, impegno, generosità…), i genitori aiutano i ministranti a indossare la propria veste.
C. IL RITO DELLA PROMESSA
La celebrazione della S. Messa si svolge normalmente fino a dopo l’omelia. A questo punto il celebrante si porta davanti all’altare.
Responsabile: Caro P.___________ le presento i ministranti candidati per la PROMESSA che il Signore ha chiamato perché stessero particolarmente vicini a Lui per servirlo con cuore sincero.
Il responsabile dei ministranti pronuncia ad alta voce i loro nomi. I candidati rispondono ad alta voce: “ECCOMI”; e si portano davanti all’altare.
Celebrante: Cosa domandate al Signore?
Candidati: Io (nome e cognome) con il grande desiderio di conoscere, amare e servire il Signore, davanti al mio gruppo e a tutta la comunità, faccio la promessa di testimoniare la mia fede in Cristo sia sull’altare che nella vita. E con l’intercessione della Vergine Immacolata e con il sostegno della vostra preghiera, mi impegno di comportarmi come vero amico e fedele ministrante di Gesù. Amen.
Celebrante: Cari ministranti, sono stato contento di aver visto in questi anni di servizio sull’altare il vostro entusiasmo nel mettervi sempre a disposizione del Signore e della sua comunità. Ma ricordo che oggi con la vostra promessa vi assumete una responsabilità maggiori davanti a Gesù. Volete veramente impegnarvi promettendo ciò che avete pronunciato?
Candidati: Sì, lo vogliamo.
Celebrante: Se questo è il vostro desiderio, Dio benedica la vostra promessa, vi aiuti e vi sostenga nel vostro impegno.
Candidati: Amen.
Il celebrante scende dall’altare e consegna loro il segno della promessa.
Celebrante: Il Signore, che ha benedetto i vostri propositi, vi fortifichi sempre con il suo amore.
Candidati: Amen.
VII. IL MESSAGGIO DEL PAPA
PER I MINISTRANTI
“Cari ministranti, voi in realtà siete già apostoli di Gesù! Quando partecipate alla liturgia svolgendo il vostro servizio all’altare, voi offrite a tutti una testimonianza. Il vostro atteggiamento raccolto, la vostra devozione che parte dal cuore e si esprime nei gesti, nel canto, nelle risposte: se lo fate nella maniera giusta e non distrattamente, in modo qualunque, allora la vostra è una testimonianza che tocca gli uomini.
Il vincolo di amicizia con Gesù ha la sua fonte e il suo culmine nell’Eucaristia. Voi siete molto vicini a Gesù Eucaristia, e questo è il più grande segno ella sua amicizia per ciascuno di noi. Non dimenticalo; e per questi vi chiedo: non abituatevi a questo dono, affinché non diventi una sorta di abitudine, sapendo come funziona a facendolo automaticamente, ma scoprite ogni giorno di nuovo che avviene qualcosa di grande, che il Dio vivente è in mezzo a noi, e che potete essergli vicini e aiutare affinché il suo mistero venga celebrato e raggiunga le persone. Se non cederete all’abitudine e svolgerete il vostro servizio a partire dal vostro intimo, allora sarete veramente suoi apostoli e porterete frutti di bontà e di servizio in ogni ambito della vostra vita: in famiglia, nella scuola, nel tempo libero.
Quell’amore che ricevete nella Liturgia portatelo a tutte le persone, specialmente dove vi accorgete che manca loro amore, che non ricevono bontà, che soffrono e sono sole. Con la forza dello Spirito Santo, cercate di portare Gesù proprio a quelle persone che vengono emarginale, che non sono molto amate, che hanno problemi. Proprio lì con la forza dello Spirito Santo dovete portare Gesù. Così quel, Pane, che vedete spezzare sull’altare, verrà ancora condiviso e moltiplicato, e voi, come i dodici Apostoli, aiuterete Gesù a distribuirlo in mezzo alla gente di oggi, nelle diverse situazioni della vita. Così, cari ministranti, le mie ultime parole a voi sono: siate sempre amici e apostoli di Gesù Cristo!
Benedetto XVI
che il Signore vi abbia posti al mondo?
...il Signore ci ha posti al mondo
per questo fine:
di conoscerlo, amarlo, servirlo
e poi andarlo a godere in Paradiso”.
(Giuseppe Frassinnetti,“Esercizi Spirituali a Giovanetti D’Ambo Sessi, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma, 1912, p. 20)
INTRODUZIONE
Il venerabile Giuseppe Frassinetti ha sempre dedicato una cura speciale per i ragazzi, gli adolescenti ed i giovani. Egli ha sempre sottolineato nelle sue tante opere l’importanza di accompagnarli a scoprire e vivere la vocazione cristiana, cioè la chiamata di ogni cristiano alla santità.
Nell’attuale crisi della fede e crisi vocazionale, la Chiesa invita i Figli di Santa Maria Immacolata a continuare ed attualizzare l’impegno del proprio fondatore.
Uno dei tanti campi in cui si possa lavorare e mettere in atto il carisma della congregazione è la cura dei ministranti nelle parrocchie affidate ai Figli di Santa Maria Immacolata. Il gruppo ministranti è stato sempre considerato come una scuola di santità dove nascono laici impegnati nella chiesa e vocazioni come sacerdoti e consacrati.
L’obiettivo di questa proposta pastorale è di formare ed educare ministranti alla scuola di Maria, attraverso l’insegnamento del Ven. Giuseppe Frassinetti. È una proposta formativa e vocazionale: un impegno di accompagnare i ministranti a discernere progressivamente la propria chiamata e anche a preparare futuri collaboratori dei Figli di Santa Maria Immacolata.
I. I Ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata
“I ministranti ...
svolgono un vero ministero liturgico.
Essi perciò esercitano il proprio ufficio
con la sincera pietà e l’ordine
che vengono ad un così grande ministero
e che il popolo di Dio esige giustamente da essi.
Bisogna dunque che siano permeati
con cura dello spirito liturgico,
siano formati a svolgere la propria parte
secondo le norme stabilite e con ordine”.
(Costituzione liturgica “Sacrosanctum Concilium”, n. 29)
A. CHI SONO I MINISTRANTI?
La parola “ministrante” rende meglio di “chierichetto” l’ufficio proprio del ministrante, cioè un servizio al Signore ed alla stessa comunità che, nella liturgia, loda, adora, ringrazia, supplica.
I ministranti svolgono un vero e proprio ministero liturgico (= un servizio d’amore) così come i lettori, gli accoliti, i cantori… ma è un compito tutto speciale e originale perché ciascuno nella Chiesa e nella vita è chiamato a qualche cosa di bello.
I ministranti sono bambini/e, adolescenti e giovani che normalmente si vedono servire accanto al sacerdote durante le celebrazioni liturgiche. Essi sono come gli altri ragazzi della loro età ma con una cosa molto speciale, sono ragazzi che fin da bambini hanno sentito nel loro cuore il grande desiderio di stare più vicino a Gesù.
I ministranti sono coloro che hanno sentito la presenza e l’amore di Dio, e che nella vita di ogni giorno e con tutti cercano di vivere quello stile di amore che Gesù ci ha insegnato. Vogliono condividere con tutti che è bello servire il Signore!
I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata vogliono seguire Gesù sull’esempio di Maria. È si impegnano a testimoniare la gioia di essere chiamati a questo ministero con l’aiuto dell’insegnamento del Ven. Giuseppe Frassinetti.
B. CHI PUÒ ESSERE MINISTRANTE?
La parola ministrante significa “COLUI CHE SERVE”. Questo termine, meglio di CHIERICHETTO, esprime l’ufficio del ministrante che è lo svolgimento di un servizio, come quello di Gesù verso tutti i suoi fratelli. Il ruolo deve essere quindi qualcosa di più e di diverso da quello ornamentale. È un servizio al Signore ed alla comunità. “Servire” significa invece aiutare, sorreggere, favorire, sostenere, agevolare, prendersi cura…insomma: AMARE!
Non basta essere un buon ragazzo o una buona ragazza per diventare subito ministrante. Occorre innanzitutto un desiderio di servire il Signore e l’intera comunità. Non si può fare il ministrante per mettersi in mostra, per fare bella figura. Al sincero desiderio del cuore si devono aggiungere altre buone qualità; la preghiera, la serietà, il senso del servizio, la puntualità, l’ordine. Al di sopra di tutto è necessario un GRANDE AMORE PER GESU’.
Certamente all’inizio un ministrante non ha tutte queste buone capacità, ma deve dimostrare pian piano un miglioramento della sua condotta, in modo da distinguersi degli altri ragazzi, perché ama Gesù, prega, è serio, puntuale, ordinato, presta il suo servizio con grande generosità.
L’invito è aperto per tutti, per ogni bambino o bambina, adolescente o giovane che abbia compreso che la Chiesa è espressione di quella sinfonia d’amore che è Dio stesso.
C. QUANDO SI DIVENTA MINISTRANTE?
Iscrizioni:
Le iscrizioni al Gruppo Ministranti (GM) cominciano nel mese di Ottobre e sono aperte ai maschi e alle femmine che abbiano 9 anni.
Modalità dell’iscrizione:
Ognuno degli aspiranti ha una scheda (anche se dopo non diventa Ministrante) con nome, cognome, nome dei genitori, luogo e data di nascita, residenza, telefono, cellulare, e-mail (questa scheda poi verrà arricchita di altre notizie come i vari incarichi-annotazioni…).
Riunione con i genitori:
Il responsabile e gli animatori GM parrocchiale dopo un tempo determinato dell’iscrizione dei aspiranti organizza una riunione con i loro genitori. L’incontro con i genitori siano preparati con cura, anche nei dettagli della stanza. Si faccia presente ai genitori che questo non vuole essere assolutamente un piccolo seminario o convento, né che, per il fatto che li abbiamo convocati, siano già stati scelti per fare i ministranti, perché alla fine ci sarà una scelta in base all’impegno manifestato durante l’istruzione. Si faccia presente come i figli verranno istruiti, quali impegni avranno (ordinari:turni delle messe domenicali, straordinari: veglie Natale, Pasqua, Pentecoste; processioni; festa patronale) e quali sono gli impegni dei genitori (2 o 3 riunioni annuali, contributo per la eventuale spese del gruppo).
D. AMMISSIONI AL Gruppo Ministranti
1. L’Aspirantato
Il periodo di prove si apre con l’ASPIRANTATO, ossia la celebrazione in cui vengono consegnati il libro e la croce del chierichetto e da inizio all’anno di istruzione scandito da incontri settimanali di formazione nella quale si provvederà all’istruzione sugli arredi sacri, le cerimonie e la storia della propria diocesi e congregazione, nonché le attività proposte dal GM (catechesi, attività “lavorative”, apostolato, giochi ed istruzione).
Il libro sarà lo strumento di formazione e di studio per il nuovo entrato e la croce dovrà essere indossata ogni volta l’aspirante partecipi alla S. Messa. Dopo il periodo di prova e di istruzione si fa un piccolo esame circa le cose insegnate, ma il giudizio determinante è dato: l’impegno e l’assiduità alle riunioni, alle Messe domenicali, comportamento con i compagni. I ragazzi che passeranno l’esamino e che dimostreranno ottime intenzioni potranno far richiesta di poter entrare a far parte del gruppo ministranti a tutti gli effetti ricevendo la VESTIZIONE .
2. La Vestizione
Il parroco ammette i ragazzi al ministero dei MINISTRANTI dopo un periodo di preparazione e di formazione umana, spirituale e liturgica. I ministranti sono presentati all’intera comunità riunita e ricevono l’abito liturgico con la benedizione rituale in un clima di festa per tutta la comunità.
3. La Promessa
Tappa importante del GM è la PROMESSA. Con l’atto della promessa si promette a Gesù di essere un ministrante maturo così da poter aiutare il gruppo e tutta la comunità. Solo chi è in possesso della promessa può partecipare al Consiglio, ad eccezioni dei genitori. La promessa viene consegnata dai responsabili del GM durante i campi ministranti , e consiste nella consegna del fazzoletto di colore giallo e bianco, ossia i colori della Chiesa. La potranno ricevere solo coloro che avranno dimostrato maturità e voglia di Servire ancora Gesù. Il fazzolettone va indossato obbligatoriamente durante i campi e duranti i ritiri.
E. LE DOTI DEI MINISTRANTI
1. Coraggio
Prima di tutto tu sei un testimone del Signore, uno che dice, senza paura, il bene che vuole a Dio e dichiara la fede che ha in lui suo modo di fare e con l’impegno assunto. Magari qualche tuo\a amico\a ti deriderà per il compitocce svolgi, oppure dovrai rinunciare a qualche divertimento per metterti a disposizione di Dio e della GRANDE FAMIGLIA che è la CHIESA. Per fare questo ci vuole indubbiamente coraggio. Ma “il Signore ama chi dona con gioia”.
2. Costanza
A te il Signore chiede tanta importanza: vuole che tu porti avanti nel tempo l’impegno che ti sei preso senza limitarti a dare una mano solamente quando ne hai voglia. Sei un\a maturo\a comprenderai certamente che la costanza è propria delle persone responsabili che garantiscono, in fondo, l’adempimento degli impegni presi. Se sarai costante non creerai disagio a nessuno: né alla GRANDE FAMIGLIA, né al Signore, perché dietro di te non lascerai mai vuoto da riempire.
3. Disponibilità
Se sei un\a ragazzo deciso\a e maturo\a allora sarai certamente disponibile. Alcune volte può capitare che il tuo Sacerdote abbia bisogno di un aiuto speciale; oppure che un tuo amico\a ministrante, per un impegno o per malattia, non possa svolgere il suo servizio: bene, il Signore ti chiede di prendere il suo posto e di non tirarti indietro. Il vero segreto della disponibilità sta in queste due regole: volere davvero bene al Signore; e cercare di diventare sempre più suo amico, sfruttando ogni occasione per stare con lui.
4. Precisione
Questa dote non è affatto banale. Se vuoi aiutare tutti i membri della GRANDE FAMIGLIA ad incontrarsi con Dio, dovrai svolgere con precisione il tuo compito per non creare confusione e distrazioni inutili. Controlla sempre, prima della Messa, che ogni cosa sia al suo posto; se si tratta di una celebrazione con riti speciali, chiedi informazioni al tuo Sacerdote e preparati prima a casa co un manuale.
5. Puntualità
Le celebrazioni iniziano ad orari ben precisi e la gente si muove da casa per incontrare il Signore all’ora stabilita. Tu devi fare in modo di non arrivare in ritardo, sia per non disturbare la celebrazione, sia per preparare quanto serve alla buona riuscita della liturgia. Essere puntuali significa arrivare sempre almeno dieci (meglio quindici!!!) minuti.
F. IL SERVIZIO DEL MINISTRANTE
Ogni membro avrà un compito da svolgere per promuovere lo spirito di servizio e di responsabilità. Che cosa significa “servire”? Significa seguire l’esempio di Gesù che non è venuto per essere servito, ma per servire.
Alcuni aspetti che sono indispensabili:
a) Prima di tutto occorre avere lo spirito di servizio.
Si tratta di essere disponibili per gli altri. Non puoi agire come vuoi, nella scelta dei canti, nei gesti, ecc…Sei al servizio di una comunità e devi aiutarla ad entrare in relazione con Dio, a sentire la gioia della preghiera, a rendersi conto delle realtà che si celebrano.
b) Il ministrante, non deve mai mettere al primo posto la quantità, ma la qualità, non i riti, ma il cuore. Non andiamo in chiesa solo per fare inchini perfetti;… andiamo in chiesa per mettere il cuore, l’intelligenza, il corpo, la fantasia a contatto a Dio. La formalità e i riti vengono in un secondo tempo.
c) Occorre evitare ogni esibizionismo, ogni tentativo di mettersi in mostra per raggiungere una realizzazione personale. Occorre rendersi conto che la gloria di Dio è anche realizzazione dell’uomo ed è normale che ciascuno di noi provi soddisfazione nel servizio pastorale e liturgico.
d) Ogni Ministrante deve essere animatore della preghiera.
II. ordinamento mINISTRANTI dei Figli di S. Maria Immacolata
“ Siate certe, o figliuoli,
che Gesù ha voluto lasciarvi
questo esempio di obbedienza,
registrato nel Santo Vangelo,
egli è perché – conosceva la grande importanza,
anzi la grande necessità che voi ubbidiate
ai vostri maggiori e siate sempre sottomessi e rispettosi ai medesimi”.
(Giuseppe Frassinnetti, “Esercizi Spirituali a Giovanetti D’Ambo Sessi, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma, 1912, p. 15)
A. SUPERIORE GENERALE E IL SUO CONSIGLIO
Il Gruppo Ministranti (GM) FSMI come iniziativa pastorale della congregazione dipende dall’autorità del Superiore Generale e dal suo Consiglio.
B. L’EQUIPE NAZIONALE DEI MINISTRANTI FSMI
Il GM FSMI è guidato da un’Equipe Nazionale. L’equipe è incaricato di programmare, organizzare e coordinare le attività dei ministranti al livello della congregazione. All’inizio dell’anno pastorale l’equipe presenterà al padre generale e al suo consiglio il programma e le attività dell’anno. L’equipe nazionale svolge anche un ruolo di tipo animazione itinerante al fine di visitare e sostenere i gruppi ministranti parrocchiali che si trovano in difficoltà.
L’equipe nazionale è composto da:
a) Responsabile
b) Vice responsabile
c) Coordinatore - Segretario
d) Tesoriere
e) Animatore - Giochi
f) Animatore – Canti e Bans
g) Animatore – Liturgia ed Istruzione
h) Un rappresentante per ogni parrocchia
Il Padre Generale e suo consiglio nomina due confratelli sacerdote come responsabile e vice responsabile per la pastorale dei Ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata.
Il primo compito del responsabile e vice responsabile è di formare l’equipe nazionale che aiuta a programmare ed organizzare le attività del GM FSMI.
Il coordinatore - segretario dell’equipe nazionale (un giovane ministrante) è il responsabile per il rapporto interparrocchiale. Si occuperà di coordinare le attività dei ministranti al livello della congregazione con i diversi responsabili e capi-animatori di ogni gruppo parrocchiale.
C. L’EQUIPE – GRUPPO MINISTRANTI PARROCCHIALE
PREMESSA: La DISCIPLINA e l’obbedienza formano l’uomo e lo matura. Per questo è necessario saper obbedire e saper comandare.
Tutte le CARICHE e gli INCARICHI sono sempre e comunque orientati al servizio del GM, della parrocchia e della congregazione. Ogni incarico quindi va svolto con cura esemplare, scrupolosa e gioiosa; ogni cosa viene fatta perché vogliamo bene all’altro: solo così si potrà godere, fino in fondo, il grande dono della vita. E questo si può fare solo nella gioia.
L’equipe parrocchiale è composto:
1) Sacerdote responsabile
2) Educatori e gli animatori
3) Segretario
4) Tesoriere
5) Istruttore
6) Archivista
7) Responsabile Dei Giochi
8) Responsabile Dei Canti
9) Un Genitore
L’equipe parrocchiale si riunisce l’ultimo sabato del mese dopo le attività del GM, può anche riunirsi in maniera straordinaria qualora ci fosse bisogno. Si sottolinea che l’incontro dell’equipe non sostituisce l’incontro settimanale. Ci sarà un regolare verbale e sotto le firme dei membri e del parroco che approvi le iniziative. Allora è importante avere un quaderno apposito per questi verbali; il quaderno verrà custodito sotto responsabilità del segretario/a e deve essere dato ogni qual volta che si voglia consultarlo da tutti i ministranti. L’equipe parrocchiale ha la responsabilità di verificare l’andamento del GM riguardo:
· la regolarità dei servizi
· l’osservanza delle regole
· la proposta di nuove idee
· la quota annuale
· organizzare incontri
· comportamento del gruppo
D. I Vari Compiti
1. I Responsabili - Educatori
I responsabili- educatori scelti dal parroco rappresentano il GRUPPO MINISTRANTI e ne coordinano le attività. L’autorità dei responsabili - educatori va rispettata sempre poiché la disciplina è l’elemento costituto di un gruppo.
Il primo e più importante compito dei responsabili è di educare i ministranti al SERVIZIO E ALLA FEDE. “Educare” significa “tirar fuori”: ai responsabili sono affidati compiti di tirar fuori, sviluppare, potenziare tutte le doti e le belle qualità dei ragazzi che incontrano. E se voglio avere dei buoni risultati devono essere pazienti, non fare mai “violenza” per raggiungere in breve tempo gli scopi prefissati.
Educare significa anche “guidare”, “orientare”: ogni responsabile cerca allora di aiutare i ragazzi a coordinare e armonizzare le loro capacità, i loro progetti facendo in modo che camminino verso grandi ideali, anzi, verso una persona speciale: DIO.
Gli Educatori si devono preoccupare di aiutare i ministranti a crescere come amici di DIO e come fratelli di ogni uomo.
2. Sacerdote Responsabile
Il sacerdote responsabile organizza il percorso il percorso si formazione che i ministrante devono avere come preparazione. Elabora metodi e strumenti per assicurare un cammino formativo efficiente e adatto. Deve preparare bene ogni incontro affinché sia un occasione di crescita e un momento per stare più vicino ai fratelli.
3. Gli Animatori
Gli animatori del Gruppo Ministranti sono gli adolescenti e giovani scelti dal sacerdote responsabile e i responsabili adulti per collaborare con loro ad organizzare la formazione e la vita del gruppo. La presenza degli animatori del gruppo è una testimonianza per gli altri ministranti più piccoli. I responsabili devono dedicare un’attenzione speciale per ogni animatore perché sono quelli si perdono facilmente ma soprattutto perché se rimangono e preparati bene saranno i futuri responsabili del gruppo.
4. Liturgia
Il responsabile per la liturgia preparare i ministranti ad amare e gustare la bellezza di ogni celebrazione liturgica. Il suo compito è di preparare incontri di preghiere che siano interessanti, semplici, brevi e significativi. Egli deve tenere conto che i ministranti saranno i futuri animatori della liturgia quindi che devono capire bene e vivere il significato di ogni celebrazione.
5. Apostolato
Ogni celebrazione liturgica non finisce dentro la chiesa né rimane nell’assemblea, ma continua e si verifica nella vita quotidiana, nell’incontro con i nostri fratelli e sorelle. È compito del responsabile per l’apostolato organizzare varie esperienze per mettere in pratica ciò che i ministranti imparano e celebrano nella liturgia.
6. Disciplina – Rappresentate dei Genitori
La disciplina è un elemento indispensabile ogni crescita sia al livello personale che di gruppo. Il responsabile per la disciplina è incaricato si seguire ogni ministrante e di guidare ognuno a scoprire il dono dello stare insieme. Deve indirizzare i ministranti ai vari principi nella vita cristiana. Inoltre deve mettersi in contatto con i genitori, organizzare incontri con loro con lo scopo di guidare e aiutare i ragazzi nella crescita.
7. Segretario/a
Il/a segretario/a stende le cronache del GM, fa i verbali delle riunioni; scrive le lettere di convocazione ai Ministranti e ai genitori; aggiorna il calendario delle attività, prepara la scheda di ogni membro (comprare un regalino).
8. Tesoriere
Il/a tesoriere riceve la quota da versare nella cassa comune del GM già stabilita dal consiglio. La quota deve essere frutto dei risparmi mensili, affinché i Ministranti siano abituato a privarsi cosa per metterla in comune come facevano i prima Cristiani. Organizza con la sua fantasia e creatività varie iniziative per raccogliere fondi per la cassa comune del GM. Organizza la festa per i compleanni di ogni membro (comprare un regalino).
9. Giochi - Divertimento
Il responsabile del divertimento organizza i giochi che siano utili per creare rapporti di amicizia e fratellanza e che promuovano una corretta crescita cristiana. Sceglie o organizza giochi a cui tutti possono partecipare senza escludere nessuno/a. Prepara il materiale necessario e poi provvede a risistemarli.
10. Istruttore
L’istruttore con i suoi aiutanti istruisce i nuovi arrivati al GM suoi diversi luoghi della chiesa e sugli oggetti che vi si trovano. Spiega cosa sono l’altare, i vasi,i libri sacri e gli oggetti necessari per la celebrazione della messa, le vesti liturgiche(il loro colore ed il loro significato), il senso delle varie parti della celebrazione eucaristica, le principali feste del Signore e della Madonna, il servizio all’altare, ecc.
11. Canti - Bans
Si dice che “chi canta prega due volte”. Il canto anima ogni incontro del GM. Il responsabile dei canti organizza le prove per imparare canti adatti ai momenti di preghiera (adorazione, ritiro, pellegrinaggio, ecc.). Prepara i libretti dei canti del GM e li custodisce con cura.
12. Archivista
L’archivista sistema tutto ciò che riguarda la storia del GM. Fa il fotografo e prepara la mostra del GM. Prepara le cronache e l’articolo per il giornalino mensile della parrocchia e della Congregazione. Fa anche l’artista w aggiorna con disegni la bacheca del GM ( compleanni, ecc…).
E. LE DOTI DEGLI EDUCATORI - ANIMATORI
Tieni conto che i ragazzi imparano qualcosa non perché hanno sentito una lezione, ma perché hanno visto. È il “contagio”, l’esempio il grande maestro. Se vuoi che il gruppo dei ministranti funzioni a dovere devi sforzarti di mettere in pratica quanto dici.
1. Coerenza
Ricordate che i ragazzi imparano per imitazione: siate voi i primi ad essere coerenti con quanto chiedete a loro.
2. Famigliarità
Se volete che il/a ragazzo/a vi ascolti, non create distanza fra voi e loro, ma un sano clima di famigliarità, di amicizia, senza per questo perdere le vostre qualità di educatori.
3. Competenza
Per avere prestigio ed essere ascoltati dovete dimostrare di sapere e vivere bene ciò che insegnate e chiedete: nulla è più diseducativo dell’improvvisazione.
4. Pazienza
Tenete presente che i ragazzi hanno bisogno di crescere attraverso gli errori. Cercate dunque di essere calmi e pazienti, impegnandovi a spiegare ai ragazzi ciò che hanno sbagliato.
IIi. PERCORSO FORMATIVO
Del gruppo MINISTRANTI fsmi
“Tu, ti devi prendere singolare premura dei fanciulli, pazientemente istruirli nelle verità della fede e sui doveri. Appena in essi si sviluppa il giudizio, fa che essi mi conoscano: secondo la loro capacità da loro ad intendere che io mi sia, quanto buono e meritevole per me stesso di essere amato, quanto abbia fatto per la loro salute e di quanti beni io li voglio in questa vita e nell’altra... Quando poi avrai eccitato il mio amore nei loro cuori, adoprati perché ne facciano atti vivi e sentiti, secondo la loro capacità.”
(Giuseppe Frassinetti, “Gesù Cristo Regola del Sacerdote”, II, p.579)
“L’amore a Maria è santo e coloro che l’amano non vogliono essere soli ad amarla, ma vorrebbero vedere ogni creatura accesa e compresa tutta dell’amore di Maria”.
(Giuseppe Frassinetti, “Amiamo Maria”, II, p. 345)
Per essere un buon ministrante, degno di servire all’altare di Dio e nella vita come testimone, occorrono buone qualità e preparazione. I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata seguono un cammino di preparazione.
A. FORMAZIONE DEI MINISTRANTI
1. Formazione - Cammino Annuale
All’inizio dell’anno pastorale l’equipe nazionale (dopo il ritiro per i responsabili e gli animatori) presenta a tutte le realtà il tema da approfondire insieme come congregazione. Il tema annuale servirà come guida generale per organizzare le attività del Gruppo Ministranti Parrocchiale. Il tema sarà approfondito ed elaborato durante il Campo Ministranti come chiusura del cammino annuale.
2. Formazione - Liturgia
Il ministrante deve seguire un corso di formazione prima del suo ministero e poi continuare a frequentare gli incontri del gruppo. In modo particolare deve approfondire il significato teologico e spirituale e rituale del sacrificio eucaristico. Proprio perché svolgono il loro principale servizio nella celebrazione della S. Messa, essi ne devono svolgere con pietà e ordine il rito e comprenderne, quanto più è possibile, il significato.
Il ministrante deve saper svolgere tutte le azioni liturgiche con piena conoscenza e dignità, perciò deve imparare i nomi di tutti gli arredi sacri, i movimenti necessari allo svolgimento dei riti, l’anno liturgico e i libri.
3. Formazione - Vita e Spiritualità del Ven. Giuseppe Frassinetti
I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata dedicano il mese di gennaio per lo studio e approfondimento della la vita e l’insegnamento del fondatore. È il mese della morte di Giuseppe Frassinetti. Durante i momenti di preghiera in questo mese si recita la preghiera per la sua beatificazione. Ogni gruppo si organizza secondo la propria creatività. E possono invitare i sacerdoti dei Figli di Santa Maria Immacolata per aiutarli a questo percorso.
4. Formazione - Mariologia
Il Venerabile Giuseppe Frassinetti raccomandava sempre i suoi ragazzi di avere un grande amore e una grande devozione per la Madonna, perché secondo lui chi ama Maria ama veramente Gesù. I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata si impegnano a mettersi alla scuola di Maria per conoscere, amare e servire meglio Gesù.
Il mese di maggio è dedicato allo studio ed all’istruzione sulla vita di Maria. I ministranti celebrano con devozione le solennità, le feste e le memorie della Beata Vergine Maria secondo l’anno liturgico. Ogni ministrante deve conoscere bene il significato della preghiera di Maria e imparare bene la preghiera del santo rosario.
5. Formazione – Personalità attraverso il gioco
Il gioco rappresenta un mezzo eccezionale di entrare nel mondo dei ragazzi in modo piacevole, per instaurare un rapporto di amicizia veloce e spontaneo, premessa indispensabile per passare ad ulteriori tappe di formazione.
Il gioco è per i ragazzi una attività naturale: li aiuta ad esprimersi, ad essere sciolti e spontanei, a maturare una personalità unificata; mediante l’esperienza facilita l’acquisizione di concetti astratti importanti; li aiuta ad educarsi socialmente, o svolgendo ruoli di collaborazione attiva, o aprendoli all’altruismo, o verificando l’importanza di regole e di norme.
B. FORMAZIONE DEGLI ANIMATORI
“L’animatore non si nasce, ma si diventa.” Ecco perché a tutti è possibile fare l’animatore. Basta volere! L’impegno personale, però deve essere supportato da persone e indicazione che sappiano aiutare gli aspiranti. Tra coloro che si presenteranno ci sarà chi è più favorito dalla propria indole e riuscirà con più facilità a fare l’animatore e chi, invece, dovrà impegnare molto; ci sarà chi è bravo a organizzare e chi a realizzare;… Questa è la ricchezza di avere molti animatori: possedere una varietà di carismi e di doni da investire per riuscire meglio a coinvolgere tutti i ragazzi e a promuovere valori e ideali.
Ma è necessario precisare cosa significa essere animatore. Nel gruppo nostro GRUPPO non vuol dire organizzare sport o giochi; non vuol dire fare i baby-sitter; non vuol dire guadagnarsi soldi o stima degli altri; non vuol dire fare quello che non si poteva fare quando si era animati…
Animare vuol dire mettersi a servizio dei ragazzi per aiutarli a crescere, servire gli altri perché sono più importanti di me. Così si sviluppa, si perfeziona e si mette in pratica quella grande capacità che è dentro ciascuno di noi e che ci apre alla bellezza della vita: la capacità di amare. Ciò comporta per necessità due importanti caratteristiche:
- avere raggiunto un certo grado di maturità, o almeno impegnarsi per raggiungerla;
- stare con i ragazzi, conoscerli il più possibile e amarli per poterli capire.
Così l’animatore è solo chi è disposto a percorrere determinate strade. L’equipe nazionale dei Ministranti FSMI organizzano almeno tre incontri durante l’anno dedicato solo alla formazione degli animatori.
C. IL DODECALOGO DELL’ANIMATORE
Essere animatori vuol dire quasi per definizione lavorare assieme ad un gruppo. Non solo perché i ragazzi che di solito ci sono affidati, formano un gruppo, ma anche e soprattutto perché gli animatori stessi a loro volta devono lavorare in equipe. Formarsi come persone e come animatori vuol dire allora formarsi anche come appartenenti a dei gruppi, all’interno dei quali essere protagonisti di crescita positiva e di condivisione.
Chi non vorrebbe essere (o avere per il proprio gruppo) “l’animatore perfetto”? il grande comunicatore, testimone cristiano invidiabile, fine psicologo, dotato di grande fantasia, esperienza, inventiva, passione educativa, buone doti organizzative, intonato a cantare, che sa ballare senza goffaggini, e veramente molto bravo a proporre giochi e bans? Tale figura ideale è “scoraggiante” perché misurandosi con essa avvertiamo più che mai i nostri limiti e l’incapacità di raggiungere tali “vette”. Allora, a costo di essere “controcorrente”, è importante imparare questo “dodecalogo”, dove la persona conta non solo per QUANTO SA ma anche per COSA E’, soprattutto per COME VIVE.
1. Volere bene a Cristo.
Anche se l’animatore è timido, imbranato, questo amore traspare, ed è la prima qualifica per essere testimoni e non tanto “maestri”.
2. Volere bene ai ragazzi.
Volere bene non significa tanto fare “smancerie” o semplice “simpatia” nei loro confronti (nel senso che oggi tu mi piaci, mentre domani se mi fai arrabbiare, può darsi che mi diventi antipatico). Il volere bene è soprattutto un atto di volontà. E’ una posizione a priori: indipendentemente da chi sei ti voglio bene.
Ma per educare occorre avere la confidenza dei ragazzi. L’educazione è cosa di cuore. Se vogliamo bene a loro saremo ricambiati e riceveremo il regalo più grande: le chiavi per la porta del cuore…
3. Avere un po’ di ansia missionaria.
E’ positivo che qualche volta “siamo tesi” e “stiamo tesi” per loro! Il tutto nella consapevolezza che i veri animatori sono lassù…
4. Non stancarsi se a volte c’è da “allacciare le scarpe”ai ragazzi.
Il gesto di “allacciare le scarpe” ad un ragazzo implica il chinarsi, il mettersi in ginocchio di fronte a lui. E’ simbolo di atteggiamento di servizio: ci ricorda che è sempre il ragazzo al centro del processo educativo. E ci rammenta che bisogna fare un po’ di fatica e di sacrificio…
5. Stare volentieri con i ragazzi.
Cioè non fare sentire loro che siamo lì temporaneamente come “in prestito”, e che abbiamo una cosa più importante da andare a fare da un momento all’altro.
6. Non agire mai a titolo personale.
Anche se in certe occasioni siete soli con i ragazzi, rappresentate in ogni momento Cristo, la Chiesa, la Comunità.
7. Dedicare tempo ai ragazzi (non e’ mai tempo perso)
Al di là della personalità e della comunicatività che un animatore possiede, i ragazzi stanno volentieri con chi dedica loro tempo. Ne subiscono spesso il carisma e lo imitano, lo cercano. Anche negativamente. Se leggiamo la storia personale di alcuni ragazzi “sbandati”, vediamo che quasi sempre sono stati ore ed ore, con persone “sbandate”, che hanno dedicato loro “attenzione”. Un’attenzione pericolosa e negativa, ma sempre tale rimaneva. Dedicare tempo significa “dare valore” al ragazzo. Se io sto con te significa che sei “attraente”, hai qualcosa di speciale, sei “interessante”, non mi annoi.
8. Dare nome e cognome nella vita ai componenti del proprio gruppo.
Per educare è essenziale conoscere la storia di chi vogliamo educare, da che famiglia proviene, la sua cultura, la sua personalità. E’ soprattutto, quando possibile, diventa importante seguirlo nella vita quotidiana: gli insuccessi scolastici, le delusioni sentimentali, la perdita del “migliore amico”, sono, sono i “veri drammi” dei ragazzi. Se li conoscessimo sapremmo meglio orientare, il nostro sforzo.
9. Essere un po’ sprint, gioiosi…
I ragazzi guardano soprattutto al “vestito” che indossiamo quando stiamo con loro. Se noi siamo contenti (una contentezza non superficiale, ma che viene dal profondo del cuore) non possiamo che essere “contagiosi”. Domenico Savio arrivò a dire: “Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”.
E poi quello che conta è lo spirito. Se siamo “sprint” siamo giovani a tutte le età, viviamo la vita e non e non ci “lasciamo vivere”, siamo spinti a creare amore interno a noi ed avere anche la forza di rischiare per rendere grande un ideale.
10. Non vergognarsi:
a fare cose strane come balli, imitazioni di animali, ecc.; o ad essere uno dei pochi che compie la scelta di stare con i ragazzi, andando un po’ controcorrente…
11. Avere voglia di migliorarsi.
Nel canto, nel ballo, nell’imparare nuovi giochi, nuove tecniche espressive, aumentare le proprie competenze ecc… Se l’animatore rappresenta un fondamentale strumento educativo, più lo strumento è efficiente, “lustro” e qualificato, e più il suo uso sarà incisivo!
12. Pensare che è meglio fare troppo che pentirsi di non avere fatto.
L’animatore non deve essere una presenza passiva, che subisce le iniziative e le attività. Non abbiate paura a “lanciarvi”… anche se qualche volta non centrerete alla perfezione l’obiettivo.
D. FORMAZIONE DEGLI ADOLESCENTI E GIOVANI
Una volta che il ministrante diventa adolescente e giovane si integra con il gruppo adolescenti e con il movimento giovanile della congregazione. Invitandoli ad esperienze forti vocazionali quali: gli esercizi spirituali e “l’ora et labora”. Rimane nel suo gruppo a svolgere il suo servizio come ministrante e continua il suo cammino formativo sempre sotto la guida dei Figli di Santa Maria Immacolata.
IV. ATTIVITÀ del gruppo MINISTRANTI Fsmi
“La gioventù vuole ricrearsi, specialmente alle feste; ed è una cosa giusta e anche salutare che dopo adempiuti i doveri religiosi,
essa abbia un qualche innocente passatempo o sollievo. Quando non si lascia mancare ai giovani questo sollievo, essi intervengono più volentieri alle funzioni della Chiesa; e poi non prendono parte ai profani o pericolosi divertimenti, ai quali altrimenti si rivolgerebbero”.
(Giuseppe Frassinetti, “Il Religioso del Secolo”, II, p. 147)
A. Le attività al livello nazionale
1. Ritiro dei Responsabili e gli Animatori
L’anima di ogni impegno pastorale è la preghiera! Perché solo in preghiera l’uomo desideroso di amare e servire il Signore può conoscere e discernere la volontà di Dio. Il ritiro per i RESPONSABILI e gli ANIMATORI ha questo scopo, cioè iniziare il cammino nel nuovo anno pastorale con un momento di preghiera, programmazione, riflessione e fraternità.
2. Campo Ministranti
“Campo Ministranti”: Che cos’ è?
L’idea del “Campo Ministranti” è nata da un desiderio di creare qualcosa di interessante per concludere l’anno di formazione dei ministranti. Certamente, l’idea richiama il famoso “campo scuola” che si faceva durante il tempo di vacanza. “Perché non organizzare qualcosa di simile per i ministranti?”. La proposta era stata accolta con entusiasmo sia dai responsabili che dai genitori. Questa iniziativa può spiegare una verità sull’identità dei ministranti; che anche loro sono ragazzi normali, come gli altri. Essere ministrante non vuol dire solo pregare e servire durante la Messa. È molto di più!
Perché si chiama “Campo Ministranti”?
Il nome ne spiega la novità e l’identità. È un campo esclusivamente per i ministranti: non è un qualsiasi campo. È una forte esperienza di incontro con Gesù, amico del ministrante! Il Campo Ministranti è un camminare insieme per conoscere di più il Signore, per amarLo e servirLo nella vita. Ogni campo ministranti è una nuova creazione! Il campo è frutto da una lunga riflessione e preparazione. L’unica regola in gioco è la creatività! Ogni campo deve essere una esperienza unica e che deve manifestare la bellezza di mettere insieme i talenti ricevuti dal Signore!
Quali sono gli elementi fondamentali in ogni “Campo Ministranti” ?
- La centralità dell’Eucaristia
- La Parola di Dio
- L’amore per la Madonna
- L’importanza della preghiera
- La formazione umana e cristiana nell’amicizia
- Il divertimento e gioco come luogo di crescita
- La spiritualità dei Figli di Santa Maria Immacolata (vocazione)
3. Le tappe del Campo Ministranti
a. Preparazione iniziale
La prima tappa per organizzare il campo ministranti è costituita dai diversi incontri di preparazione. Ogni incontro deve essere un momento di preghiera, in cui ogni animatore si mette umilmente a disposizione secondo i propri carismi. In questi incontri vengono distribuiti i diversi compiti di lavoro secondo le capacità dei singoli. È fondamentale l’obbedienza per i propri responsabili, ma soprattutto verso i rispettivi parroci, perché solo nell’obbedienza si compie la volontà del Signore!
Ogni incontro di preparazione significa morire per se stesso per poter fare di sé un dono per gli altri, ma non è mai una perdita di tempo. Ogni sacrificio: tempo, talento, umiliazione, pazienza, prova e anche i risorsi materiali offerte per il campo sono una benedizione! Ad ogni responsabile e animatore sono richieste disponibilità e generosità.
b. Ritiro per i responsabili e gli animatori
I veri protagonisti del campo ministranti sono lo Spirito Santo e i ministranti – partecipanti. Lo staff (i sacerdoti, i responsabili e gli animatori) è solo un strumento di Dio! Ed ecco che prima di iniziare il campo si fa una giornata di ritiro per chiedere l’aiuto divino.
Questo momento può servire anche come preparazione finale al livello organizzativo. Ma solo dopo aver pregato e offerto tutto l’avvenimento del campo nelle mani del Signore e alla protezione materna di Maria.
c. Il Campo Ministranti
ACCOGLIENZA
È importante che i partecipanti arrivando, trovino un ambiente accogliente e …il sorriso di qualche animatore. Gli stati d’animo dei ragazzi in queste ore sono dei più disperati: angosciati dall’idea di essere lontani dai genitori (sono soprattutto, i ragazzi al primo campo); quelli che credono di essere in vacanza, disposti solo a divertirsi; quelli pronti ad accettare con serenità e serietà ogni proposta; gli incontentabili criticoni, per i quali non va mai bene nulla…
PRIMA RIUNIONE
Le vostre parole dovranno arrivare a ognuno di loro: spiegherete con sincerità e serenità il motivo per cui si è al campo, che cos’è un campo ministranti, che cosa si farà, quale dovrà essere lo stato d’animo e l’impegno personale con cui affrontare l’esperienza.
REGOLE D’ORO
· spirito di adattamento
· spirito di amicizia
· spirito di sacrificio
· rispetto reciproco
ATTENZIONE!!!
· tenere tutti, animatori e ragazzi, rigorosamente presente il rispetto degli orari in ogni momento della giornata: l’arrivo in ritardo ingiustificato dovrà essere richiamato con fermezza.
· Un certo rigore dovrete pretenderlo anche per il rispetto del silenzio notturno, perché se durante il campo si dorme soltanto qualche ora a notte perché nelle camerate c’è il caos, si gioca, c’è la musica, ecc., si rischia di compromettere seriamente tutti il lavoro: il giorno dopo, infatti la stanchezza inquina inesorabilmente la lucidità, e non si riesce a svolgere alcuna attività con impegno.
· Permanenza nelle camerate – si rimane in camera soltanto per dormire, cioè, un’ora dopo pranzo e la notte; durante il resto della giornata chi non dorme rimane con gli altri negli spazi liberi della casa o fuori, per evitare che poltrisca a letto ascoltando musica…
· Necessità di approfondire l’amicizia con tutti i partecipanti al campo (e non solo con i 3 o 4 amici, amiche del cuore); ci sono ragazzi che conoscete come particolarmente brillanti e sensibile, prendeteli quanto prima in disparte e indirizzateli a dedicare le loro attenzioni ai più timidi o a qualche meno inserito.
LA MENSA
I tempi della colazione, del pranzo, della ceno sono molto importanti perché momenti di condivisione, di recupero di energie, di grande comunione.
· Ricordate ai ragazzi di evitare lo spreco di ogni genere alimentare, non esitate a riprendere chi lascia nei piatti notevoli quantità di avanzi e chi inizia a tavola giochi poco felici (esempio, il lancio di pezzi di pane da un punto all’altro della sala mensa).
· Al termine del pranzo si possono dare gli avvisi per il resto della giornata, segnalare episodi positivi e simpatici (compleanni, onomastici, ricorrenze) o richiamare su comportamenti non consoni al campo; in ogni caso nessuno dovrebbe allontanarsi dalla sala da pranzo prima della preghiera finale.
· In refettorio è ottima cosa la rotazione dei posti, nessuno, cioè dovrebbe mai rimanere a un posto fisso a tavola ma ogni volta stare vicino ad altre persone: cioè per evitare la formazione di “clan”, ma anche per favorire la conoscenza reciproca.
· Gli animatori possono scegliere, invece, di rimanere insieme, per poter avere un momento di condivisione e di scambio.
VERIFICA
· È il momento di revisione della giornata e convivenza.
· È il momento di esporre soddisfazioni e preoccupazioni, problemi incontrati durante il giorno, gioie vissute con il proprio gruppo, e di riportare eventuali osservazioni confidale dai ragazzi, critiche, complimenti, desideri; è anche l’occasione per chiarire possibile incomprensioni tra di voi o tra voi e i ragazzi, momenti difficili che emergono soprattutto verso la fine del campo, quando stanchezza e tensione si fanno sentire maggiormente.
· Bisogna analizzare:
1. l’andamento delle discussioni e degli approfondimenti, valutando soprattutto se i ragazzi riescono a seguire i temi proposti, oppure se questi sono troppo difficile o imprestati in maniera poco adeguata al loro livello (occorrerà in questo caso dare qualche ritocco al lavoro);
2. la partecipazione e l’impegno dei ragazzi nei lavori pratici, e i loro rapporti, e i loro rapporti interpersonali durante tali attività;
3. il loro comportamento nel tempo libero, nelle camerate, durante i pasti, ecc…;
4. l’inserimento dei ragazzi, i progressi o meno di quelli più timidi o più problematici, l’eventuale soluzione di problemi sorti nei giorni precedenti;
5. l’opportunità o meno di procedere a richiami in caso di comportamenti poco consumi allo spirito del campo;
6. il programma del giorno successivo e le condizioni per il suo svolgimento.
7. cose varie…
d. Dopo -Campo
L’incontro “dopo – campo” più che un momento di verifica deve essere un momento di festa e di preghiera. Sapendo dall’inizio che lo staff è solo un strumento del Signore, ed è chiamato solo a seminare, si ringrazia Dio per l’esperienza del campo. Il lavoro di raccogliere i frutti del campo appartiene solo dal buon Dio.
Certamente, è anche un momento di fare la verifica. La misura di ogni verifica è solo la carità. Ogni membro dello staff deve riconoscere i propri limiti ed imperfezioni. Il frutto di questo incontro è riconoscere la grandezza di Dio che usa strumenti indegni (gli animatori) per dimostrare il suo amore per tutti noi.
3. Proposta d’Incontro Unitario dei Ministranti FSMI (IUM)
Lo scopo dell’incontro unitario sarebbe di promuovere l’appartenenza dei ministranti alla famiglia dei Figli di Santa Maria Immacolata attraverso l’opera della congregazione nelle parrocchie e nelle altre realtà. L’impegno di preparazione a questa grande manifestazione che può avere cadenza triennale è affidata all’equipe nazionale e alla parrocchia ospitante.
4. Pellegrinaggio Internazionale dei Ministranti
I ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata partecipano anche al grande pellegrinaggio internazionale dei ministranti a Roma. Questo evento organizzato dai vescovi è un’occasione opportuno per ogni ministrante di conoscere la ricchezza del suo ministero. Lo scambio di esperienza e l’amicizia permette ad ogni ministrante di capire l’universalità della Chiesa e che la sua fedeltà e testimonianza è un servizio per il bene di tutta la Chiesa.
B. Le attività al livello parrocchiale
1. Invito
All’inizio dell’anno pastorale l’equipe del Gruppo Ministranti Parrocchiale si impegna ad organizzare l’annuncio e l’invito per i ragazzi che desiderano entrare nel gruppo. E’ un impegno di tutti i membri del gruppo compresi i genitori. Esistono diversi modi di fare l’invito secondo la creatività dei ragazzi:
- preparare cartelloni colorati da attaccare nella bacheca della parrocchia
- distribuire volantini dopo la Messa
- fare l’invito e testimonianza nel momento opportuno durante la Messa sempre con l’accordo e il permesso del parroco e del celebrante
- fare il giro durante il catechismo, ma sempre con il permesso del catechista e del parroco.
- invito personale, ecc…
2. Festa di Apertura
Dopo aver terminato l’invito e il periodo per l’iscrizione, la prossima tappa è di organizzare la festa di Apertura con la partecipazione dei nuovi ragazzi con i loro genitori. La parte più importante della festa è l’affidamento al Signore e la Madonna per l’inizio di attività del gruppo in un momento di preghiera. In questo primo incontro il responsabile presenterà ai ragazzi e i loro genitori il programma del gruppo per l’anno nuovo sia al livello parrocchiale sia al livello nazionale.
3. L’incontro settimanale
Ogni Gruppo Ministrante Parrocchiale sceglierà un giorno più opportuno per l’incontro settimanale del gruppo. Ogni incontro è strutturato in 4 momenti:
- L’incontro inizia con momento di adorazione davanti al Santissimo, ascoltando il vangelo della Domenica. I ministranti dei Figli Santa Maria Immacolata seguendo l’insegnamento del Ven. Giuseppe Frassinetti mettono al centro in ogni momento di preghiera la Parola di Dio e l’Eucaristia.
- Il secondo momento dell’incontro è la catechesi o formazione, può essere anche il momento di istruzione dipende la necessità di ogni gruppo.
- Non bisogna mai mancare in ogni incontro il momento dedicato per i giochi e divertimento. I ragazzi piacie e giustamente hanno bisogno di giocare. Il gioco ha un ruolo fondamentale per la formazione del ministrante sia come individuale e anche come membro di un gruppo.
- Infine, ogni incontro si conclude con la preghiera, si consiglia di recitare insieme il “Padre Nostro” e la benedizione del sacerdote. È da valorizzare sempre la presenza dei genitori durante il momento di preghiera.
4. Ritiro Ministranti ed genitori per l’Avvento e Quaresima
Ogni ministrante ha come prima passione l’amore per la liturgia. È una qualità che lo distingue dagli altri ragazzi, come dire la sua “specialità”. Per questo motivo, i ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolato al livello parrocchiale organizzano un ritiro durante il tempo di Avvento come preparazione per il Natale e un ritiro durante il tempo di Quaresima per la Pasqua. A questo appuntamento, partecipano anche i genitori. Non bisogna mai dimenticare che i genitori dei ministranti svolgono un ruolo indispensabile del gruppo.
5. Appuntamenti Diocesani dei Ministranti
I Ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata come segno di comunione per il suo diocesi di appartenenza partecipano agli appuntamenti diocesani. L’incontro con i ministranti che vengono dalle diverse parrocchie permetterà di conoscere meglio la propria diocesi. Ma è anche un’occasione di dare testimonianza della sua identità come ministranti dei Figli di Santa Maria Immacolata.
6. Ministranti Day
Il “Ministrani Day” o Giornata dei Ministranti è la festa dei Ministranti nella sua parrocchia. Ma più che una festa, è una giornata di testimonianza. I ministranti e la sua famiglia vogliono condividere la gioia della loro appartenenza della parrocchia. I ministranti vogliono lasciare un messaggio concreto in questa giornata ai loro coetanei che esistono ancora i ragazzi che credono che è bello e divertenti stare insieme in parrocchia come una famiglia. E che la misura della vera felicità è nella capacità di saper donare se stesso per gli altri.
7. Le Celebrazioni del Mandato al Servizio Liturgico
La celebrazione dell’Aspirantato è un semplice rito inserito di solito dopo il rito dell’introduzione della S. Messa. È il momento in cui vengono presentati i ragazzi che desiderano far parte del Gruppo Ministranti davanti al parroco e alla comunità parrocchiale. Gli aspiranti come segno riceveranno la croce e il libretto dei Ministranti.
La celebrazione della vestizione è un rito inserito di solito dopo l’omelia durante la S. Messa. Il giorno della Vestizione è una vera festa. La vestizione è il momento più bello della vita del ministrante. È il giorno del suo “sì” per servire Gesù sull’altare e nella vita. Il parroco con grande gioia lo presenterà all’intera comunità riunita e riceve l’abito liturgico con la benedizione rituale in un clima di festa per tutta la comunità.
8. Momento di vita di gruppo
Tra le tante attività proposte per ogni Gruppo Ministranti Parrocchiale, un aspetto da sottolineare è il momento di vita di gruppo. Non bisogna mai dimenticare l’importanza di nutrire l’unità e lo spirito di famiglia. Alcune proposte:
- Gita ed uscite di Gruppo
- Festeggiare i compleanni insieme
- ecc…
9. Apostolato
Se come la vera celebrazione della liturgia è nella vita, sarebbe una cosa bella se ogni gruppo si impegna almeno una volta all’anno di dedicare un tempo di apostolato o un impegno di carità, soprattutto per le persone bisognose nella propria parrocchia. Per poter raccogliere le risorse necessarie, possono organizzare la vendita dei dolci, fare qualsiasi lavoretto che sono capaci e venderli, organizzare una pesca di beneficenza, preparare un spettacolo, ecc…
Alcune proposte:
- visitare e regalare qualcosa per le famiglie povere in parrocchia
- visitare i malati (soprattutto i bambini) e persone anziani in parrocchia
- accompagnare i sacerdoti durante le benedizioni delle Famiglie
- mandare l’aiuto materiale per la missione
- ecc…
10. Festa di Chiusura
La Chiusura e Ringraziamento è un incontro di preghiera. È un momento dove i ministranti con i suoi genitori ringraziano il Signore per l’anno pastorale trascorso insieme. Si consiglia un momento di adorazione. Ma sarebbe bello anche organizzare un pellegrinaggio per quanto è possibile per chiudere l’anno insieme.
V. LE PREGHIERE DEL MINISTRANTE
“La santa Chiesa fino dai primi secoli riconosceva una virtù particolare dei fanciulli, e perciò voleva che essi specialmente pregassero nella liturgia della santa Messa”.
(Giuseppe Frassinetti, “Industrie Spirituali”, I, p. 113)
“ Per pregare bene pregate di cuore e col cuore, parlando col vostro Signore Iddio come la figlia parla col padre, al quale con tutta confidenza domanda il cibo e il vestito; come l’inferma parla col medico, al quale chiede con tutto l’impegno la medicina del suo male, come la povera parla col ricco, al quale domanda con tanta umiltà la limosina; come la sposa parla con collo sposo, al quale con tanta passione attesta il suo amore”.
(Giuseppe Frassinetti, “Ricordi per Una Figlia, I, 639)
Il ministrante prega, canta, loda e ringrazia perché vuole rispondere all’amore di Dio,
vuole parlare con Lui, essere suo amico, vuole crescere nel suo amore e fare qualcosa di bello in questo mondo.
A. IO SONO MINISTRANTE
Io sono ministrante,
sono collaboratore di Gesù,
sono al servizio dei fratelli,
e prego perché vuole essere unito a Gesù,
e avere un amore grande, generoso …
Voglio ricevere il suo Spirito d’amore
così potrò ben servire all’altare.
Nella preghiera mi dono a Gesù
Ed Egli mi dà forza, mi trasforma, mi dà gioia.
B. TU CI HAI CREATI PER FARCI VIVERE CON TE
Signore, nostro Dio,
Tu ci hai creati per farci vivere con Te
Nel tuo amore senza fine.
Noi Ti lodiamo e ti ringraziamo,
perché ci hai chiamati ad essere ministranti:
così possiamo conoscerTi, amarTi e servirTi come nostro Padre.
Gesù,
che sei venuto per servire e non essere servito,
noi uniamo il nostro servizio alla tua opera di salvezza
e Ti chiediamo di insegnarci ad aiutare i fratelli
con semplicità e senza pretendere ricompense.
Spirito Santo,
noi Ti invochiamo: riempi i nostri cuori del Tuo Amore,
perché possiamo essere degni collaboratori dei sacerdoti,
al servizio di Dio e della comunità.
Donaci una pietà sincera, l’ordine,
la puntualità e disponibilità al servizio.
Maria, nostra mamma,
guidaci ed accompagnaci ogni giorno
e rendici capaci di accogliere l’invito di Gesù
a fare della vita un dono per Dio.
AMEN.
C. TU CHE MI CHIAMI AL TUO ALTARE
O Signore,
Tu che mi chiami al Tuo altare per servirTi
insegnami a renderTi grazie sempre meglio
per le tante meraviglie che mi hai donato.
Insegnami ad incontrarTi nella Tua Parola
come nel fratello che metti sulla mia strada.
Fa di me un servitore leale e fedele,
testimone della Tua presenza,
proclamando la Tua Buona Novella,
portando la Tua luce con gioia.
Rendimi sempre più disponibile
verso i miei fratelli,
seminatore d’amore e di pace
a imitazione della Vergine Maria,
Madre di Gesù e Madre nostra.
Soccorrimi nelle difficoltà,
aiutami a non aver paura d’impegnarmi
affinché il tuo Regno venga sulla terra come in cielo.
Amen.
VI. I RITI DEL MANDATO
AL SERVIZIO LITURGICO
“Chi serve la MESSA sperimenta da vicino che in ogni atto liturgico Gesù Cristo è presente e operante. In tal modo nella liturgia siete molti più che semplici aiutanti del sacerdote. Soprattutto siete servitori di Gesù Cristo,dell’eterno sommo sacerdote. Così voi ministranti siete chiamati in particolare a essere giovani amici di Gesù. Impegnatevi ad approfondire e coltivare questa amicizia con lui. Scoprite di aver trovato in Gesù un vero amico per la vita”. Giovanni Paolo II
A. IL RITO DELL’ASPIRANTATO
Il rito dell’Aspiranto si svolge in una maniera semplice durante il Rito di introduzione, dopo il saluto del celebrante.
Responsabile: Caro P. , sono lieto di presentarti e alla nostra comunità parrocchiale i ragazzi che desiderano di fare un percorso di preparazione per diventare ministranti.
Il responsabile dei ministranti pronuncia ad alta voce i loro nomi. I ragazzi rispondono ad alta voce: “ECCOMI”; e si portano davanti all’altare accompagnato dal loro genitori.
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F BENEDIZIONE E CONSEGNA DEi SEGNi (croce e libro del GM)
Celebrante: Signore Gesù Cristo, che ti sei salvato la nostra umanità, noi supplichiamo la tua infinita misericordia perché Tu voglia benedire queste croci, affinché coloro che li indosseranno ricordano il tuo amore infinito e essere testimoni della Tua presenza. Per Cristo nostro Signore.
Assemblea: Amen.
B. IL RITO DELLA VESTIZIONE
Dopo l’omelia, vengono presentati e chiamati per nome dal responsabile i ragazzi che iniziano il servizio liturgico.
Responsabile: Caro P. , sono lieto di presentarti e alla nostra comunità parrocchiale i ragazzi che desiderano diventare ministranti.
Il responsabile dei ministranti pronuncia ad alta voce i loro nomi. I ragazzi rispondono ad alta voce: “ECCOMI”; e si portano davanti all’altare accompagnato dal loro genitori.
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5. ______________________
PARROCO: Cari ragazzi, la nostra comunità parrocchiale per un degno svolgimento della liturgia ha bisogno dei ministranti; per questo ha guardato a voi. volete servire con gioia l’assemblea del popolo di dio, prestando nelle celebrazioni i servizi a voi assegnati, vicino all’altare?
MINISTRANTI: Si; lo vogliamo!
PARROCO: Cari genitori, siete sempre pronti di incoraggiare ed accompagnare i vostri figli nel loro desiderio di servire il signore?
GENITORI: Sì
PARROCO: Vista la vostra buona volonta’, vi ammetto fra i ministranti di questa comunita’. per intercessione della vergine maria, il signore vi aiuti con la sua benedizione e la collaborazione dei vostri genitori vi sia sostegno per un servizio fedele e generoso. Ora fate la vostra promessa al signore.
MINISTRANTI: Tutti i ministranti si mettono in ginocchio e con voce chiara dicono insieme
Ti ringrazio di avermi chiamato a fare parte del gruppo ministranti. Ti prometto di essere pronto e generoso a servirti con gioia nelle celebrazioni liturgiche. Prometto anche che la mia condotta in chiesa, in casa, a scuola e in ogni luogo sia conforme ai tuoi esempi.
FBENEDIZIONE E VISTIZIONE
PARROCO: Ricevete queste veste sacre, simbolo di purezza e segno del vostro ministero attorno all’altare; essa deve inoltre contribuire al decoro dell’azione sacra, portatela sempre con tutto il rispetto e amore.
MINISTRANTI: Amen.
Mentre viene intonato un canto appropriato (che esprime gioia, impegno, generosità…), i genitori aiutano i ministranti a indossare la propria veste.
C. IL RITO DELLA PROMESSA
La celebrazione della S. Messa si svolge normalmente fino a dopo l’omelia. A questo punto il celebrante si porta davanti all’altare.
Responsabile: Caro P.___________ le presento i ministranti candidati per la PROMESSA che il Signore ha chiamato perché stessero particolarmente vicini a Lui per servirlo con cuore sincero.
Il responsabile dei ministranti pronuncia ad alta voce i loro nomi. I candidati rispondono ad alta voce: “ECCOMI”; e si portano davanti all’altare.
Celebrante: Cosa domandate al Signore?
Candidati: Io (nome e cognome) con il grande desiderio di conoscere, amare e servire il Signore, davanti al mio gruppo e a tutta la comunità, faccio la promessa di testimoniare la mia fede in Cristo sia sull’altare che nella vita. E con l’intercessione della Vergine Immacolata e con il sostegno della vostra preghiera, mi impegno di comportarmi come vero amico e fedele ministrante di Gesù. Amen.
Celebrante: Cari ministranti, sono stato contento di aver visto in questi anni di servizio sull’altare il vostro entusiasmo nel mettervi sempre a disposizione del Signore e della sua comunità. Ma ricordo che oggi con la vostra promessa vi assumete una responsabilità maggiori davanti a Gesù. Volete veramente impegnarvi promettendo ciò che avete pronunciato?
Candidati: Sì, lo vogliamo.
Celebrante: Se questo è il vostro desiderio, Dio benedica la vostra promessa, vi aiuti e vi sostenga nel vostro impegno.
Candidati: Amen.
Il celebrante scende dall’altare e consegna loro il segno della promessa.
Celebrante: Il Signore, che ha benedetto i vostri propositi, vi fortifichi sempre con il suo amore.
Candidati: Amen.
VII. IL MESSAGGIO DEL PAPA
PER I MINISTRANTI
“Cari ministranti, voi in realtà siete già apostoli di Gesù! Quando partecipate alla liturgia svolgendo il vostro servizio all’altare, voi offrite a tutti una testimonianza. Il vostro atteggiamento raccolto, la vostra devozione che parte dal cuore e si esprime nei gesti, nel canto, nelle risposte: se lo fate nella maniera giusta e non distrattamente, in modo qualunque, allora la vostra è una testimonianza che tocca gli uomini.
Il vincolo di amicizia con Gesù ha la sua fonte e il suo culmine nell’Eucaristia. Voi siete molto vicini a Gesù Eucaristia, e questo è il più grande segno ella sua amicizia per ciascuno di noi. Non dimenticalo; e per questi vi chiedo: non abituatevi a questo dono, affinché non diventi una sorta di abitudine, sapendo come funziona a facendolo automaticamente, ma scoprite ogni giorno di nuovo che avviene qualcosa di grande, che il Dio vivente è in mezzo a noi, e che potete essergli vicini e aiutare affinché il suo mistero venga celebrato e raggiunga le persone. Se non cederete all’abitudine e svolgerete il vostro servizio a partire dal vostro intimo, allora sarete veramente suoi apostoli e porterete frutti di bontà e di servizio in ogni ambito della vostra vita: in famiglia, nella scuola, nel tempo libero.
Quell’amore che ricevete nella Liturgia portatelo a tutte le persone, specialmente dove vi accorgete che manca loro amore, che non ricevono bontà, che soffrono e sono sole. Con la forza dello Spirito Santo, cercate di portare Gesù proprio a quelle persone che vengono emarginale, che non sono molto amate, che hanno problemi. Proprio lì con la forza dello Spirito Santo dovete portare Gesù. Così quel, Pane, che vedete spezzare sull’altare, verrà ancora condiviso e moltiplicato, e voi, come i dodici Apostoli, aiuterete Gesù a distribuirlo in mezzo alla gente di oggi, nelle diverse situazioni della vita. Così, cari ministranti, le mie ultime parole a voi sono: siate sempre amici e apostoli di Gesù Cristo!
Benedetto XVI